202 LUCIANO MAGRINI L’attentato del 28 giugno, preparato a Belgrado con la complicità di funzionari serbi, aveva mostrato al mondo intero le conseguenze di questo atteggiamento. Per mettere fine a questa situazione il governo austriaco enumerava le condizioni che esso intendeva porre. Il governo serbo doveva pubblicare nel « Giornale Ufficiale », in prima pagina, tma dichiarazione, sottopostagli dal Ballplatz, con la quale sconfessava ogni propaganda ed esprimeva il suo rincrescimento. Doveva impegnarsi a prendere delle misure contro le pubblicazioni « che eccitano all'odio ed al disprezzo della Monarchia », contro le società che si dedicavano alla propaganda politica, contro i funzionari colpevoli di associarvisi ; soppressioni, scioglimenti, revoche. Il secondo punto della nota esigeva, in particolare, la scomparsa della società « Narodna Obrana » e la confisca dei suoi mezzi di propaganda. Infine gli avvenimenti del 28 giugno dovevano essere oggetto di un’inchiesta giudiziaria: la Serbia doveva procedere all'arresto di Tankosic e Ciganovic, punire i funzionari di dogana che avevano facilitato il viaggio agli assassini, e dare « spiegazioni sui propositi ingiustifica-bib di alti funzionari serbi » che, dopo l’attentato, non avevano esitato a manifestare pubblicamente la loro ostilità contro l’Austria-LIngheria. I punti 5 e 6 esigevano che la Serbia accettasse sul suo territorio la presenza di « organi del governo imperiale e reale », incaricati di collaborare con le autorità serbe alla ricerca dei colpevoli ed alla « soppressione del movimento sovversivo ». La nota indicava che la risposta serba doveva essere consegnata entro un termine di 48 ore, cioè, al più tardi, il 25 luglio alle 18 ore. Il ministro austro-ungarico era stato incaricato di dichiarare