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fice che Sazonof gli aveva dichiarato che egli aderirebbe a qualsiasi accordo concluso tra le quattro potenze a condizione che fosse accettabile per la Serbia, poiché egli non poteva essere più serbo dei Serbi. Risposta evasiva poiché la Serbia seguiva eie-. camente i consigli che riceveva da Pietroburgo!
  Sir Edward Grey informava anche il principe Lichnowsky della proposta italiana che del resto fin dal 27 era stata comunicata in linea generica alfanibasciatorc di Germania a Roma Flotow. « Secondo informazioni del marchese di San Giuliano « la Serbia sarebbe pronta ad accettare le condizioni austriache se esse fossero presentate dall’Europa » telegrafava Flotow. E Guglielmo annotava in margine « sciocchezze ? ».
  <i Sir Edward Grey vorrebbe riunire gli ambascia-tori delle potenze non direttamente interessate nel conflitto per un’azione comune in vista della pace
—	proseguiva l’ambasciatore tedesco ». E Guglielmo postillava : « Io non mi presterò in nulla ».
  Il 28 di San Giuliano aveva un colloquio col rappresentante di Serbia il quale si diceva del parere — ma parlava per conto suo senza aver chiesto prima istruzioni a Belgrado che a sua volta avrebbe dovuto chiederle a Pietroburgo — che se alcune spiegazioni venivano date sulle clausole 5 e 6 dell'ultimatum, il governo serbo « potrebbe ancora accettarne la totalità ». Di San Giuliano informava l’ambasciatore inglese che trasmetteva subito la notizia a sir Edward Grey. Questi la comunicava, attraverso alTambasciatorc di Germania, a Berlino che a sua volta la faceva pervenire a Vienna. Ma mentre la proposta italiana viaggiava tra Roma, Londra e Pietroburgo, l’Austria aveva dichiarato la guerra alla Serbia ed il giorno 29 bombardava Belgrado.