RESIPISCENZA DI bUCLlELMO E DEL CANCELLIERE 233 ma, pervenuto a Vienna il 29 mattina, nel quale, ricordando che il governo austro-ungarico aveva nettamente dichiarato alla Russia che non pensava a delle annessioni territoriali in Serbia, ed osservato che il governo di Vienna aveva lasciata la Germania neH’incertezza sulle sue intenzioni, diceva che « la risposta del governo serbo all’ultimatum austriaco rivela che la Serbia ha dato soddisfazione alle esigenze austriache in una misura così estesa che un’attitudine assolutamente intransigente del governo austriaco permetterebbe di ritenere che l’opinione pubblica di tutta Europa gli diverrebbe sempre più ostile. Secondo le informazioni dello stato maggiore generale austriaco un intervento militare attivo contro la Serbia non sarà possibile che il 12 agosto. 11 governo imperiale si trova perciò in una situazione straordinariamente difficile; resta esposto nell’intervallo alle proposte di mediazione e di conferenze di altri gabinetti. Se continua a respingere simili proposte egli raccoglierà l’odiosa responsabilità di una guerra europea perfino di fronte agli occhi del popo- lo tedesco. Su una simile base non si può impegnare e condurre con successo una guerra su tre fronti. Bisogna assolutamente che, se il conflitto si estende alle potenze che non sono direttamente interessate, sia la Russia che ne porti la responsabilità ». Proseguendo, il cancelliere tedesco proponeva chc l’Austria rinnovasse a Pietroburgo la dichiarazione formale chc essa non aveva alcuna intenzione di annessioni territoriali in Serbia, che le misure militari non avevano per oggetto che un’occupazione passeggera di Belgrado e di altri, determinati punti del territorio serbo per costringere il governo serbo all’intera esecuzione delle sue esigenze. L’occupa-