130 LUCIANO MAGRINI morò supplichevole: Fransi! Franzi! L’arciduca si riprese ed aggiunse: “ Adesso continui pure!... » Ed il sindaco, imperturbabile, continuò il suo discorso nel quale ripeteva con sonanti parole, che dopo l’accaduto apparivano vuote di contenuto, la fedeltà e la devozione della popolazione bosniaca alla casa imperiale d’Absburgo ed all’erede del trono. L’arciduca si era calmato. La duchessa, secondo il programma, dava seguito, malgrado la leggera graffiatura riportata, al ricevimento delle signore turche della città, ed appariva calma e tranquilla. Intanto l’erede del trono discorreva dell'attentato con le persone che si trovavano intorno a lui. Al maresciallo Potiorck, che lo informava dell’awe-nuto arresto dell’attentatore, l’arciduca disse sarcasticamente, a voce alta: «Faccia attenzione! Questa canaglia, invece di essere resa innocua, sarà decorata, secondo l’abitudine austriaca, con la croce del merito! » Con lo stesso tono l’arciduca chiese se le bombe avrebbero continuato ad esplodere per tutta la giornata. Il maresciallo Potiorek rispose che sperava che l'attentato non si sarebbe ripetuto ina che, malgrado tutte le precauzioni che si erano prese e che si potevano prendere, non era possibile impedire il ripetersi di un attentato. Consigliava di ritornare nel più breve tempo possibile, ripercorrendo la strada già fatta, ad Ilidze, oppure di raggiungere il Konak (palazzo del governatore) e di là proseguire per la stazione. L’arciduca espresse il desiderio di visitare, prima di abbandonare Sera-ievo, il ferito tenente colonnello Merizzi all’ospedale militare. Il maggiore Hoeger, della cancelleria militare dell'arciduca, propose che si attendesse che tutte le strade e le piazze attraverso alle quali