52 IITCIANO MACSINt «leva in una politica di pace e d’altra parte la Mutazione internazionale si era rivelata tale da sconsigliare alla Russia ogni avventura. Nel 1909 si era giunti ad un pelo da una guerra, nella quale la Russia, isolata poiché Francia ed Inghilterra non sarebbero intervenute ul suo fianco, non avrebbe potuto intervenire senza andare incontro ad un sicuro disastro. Se in quell'anno Francesco Giuseppe si era opposto alle richieste di Conrad che giudicava il momento propizio per dichiarare la guerra alla Serbia, dall'altra il principe Bulow aveva fatto ammonire Pietroburgo che se il governo russo rifiutava di esprimere il suo consenso aU'annullaniento, senza condizioni, dell'articolo 25 del Trattato di Berlino, la Germania non avrebbe avuto null'altro da fare che di « dar libero corso agli avvenimenti lasciando ricadere sulla Russia l'intera responsabilità delle loro conseguenze ». Ed Iswolsky che, abbattuto per il grave scacco inflitto aila sua politica, irritato, ferito nel suo orgoglio offeso, criticato dalla stampa nazionalista, incitato dalla leggerezza di amici e di militari alla guerra, egli che la guerra avrebbe pur voluto per dar pace alla propria inquietudine e per vendicare l'affronto fattogli, dopo ricevuta l'intimazione dell'ambasciatore tedesco a \ ienna telegrafava agli ambasciatori di Russia a Londra ed a Parigi, il 23 marzo 1909, che si dava alla Russia « la scelta tra una soluzione immediata della questione dell'annessione e l'invasione della Serbia da parte dell'esercito austriaco ». Que*ta dichiarazione aveva tutto il carattere di un ultimatum ; non restava al governo russo che la scelta fra le due soluzioni: sacrificare la Serbia o modificare l'opinione ch'egli aveva nettamente espressa suU'illcgalità dell'usurpazione austriaca.