LA # MANO NERA » 95 fosse stata la « Mano nera » e qualche ufficiale ci aveva accennato il r^ome del colonnello Dimitrievic come il probabile, principale responsabile, chiedemmo se in questi « altri » egli volesse alludere alla « Mano nera #. Tankosic sorrise, quasi a lasciarci credere che avevamo indovinato. Non negò, non aggiunse sillaba in proposito, aggrottò le ciglia : forse intuiva che trasportato dalla vanità aveva parlato troppo. Ma noi riportammo la precisa convinzioni- che il complotto era stato ordito dalla « Mano nera ». In seguito Tankosic ci parlò delle istruzioni, delle bombe e delle rivoltelle ch’egli aveva date ai congiurati. Ci parlò anche del « cianuro di potassio »; era stato lui ad avere l’idea che l’attentatore, che non avrebbe potuto sfuggire alla forca, appena compiuto l’attentato si avvelenasse per non rivelare, sotto le coercizioni poliziesche, i nomi degli altri complici. Ma il discorso procedeva cauto; Tankosic si controllava; temeva forse che potesse sfuggirgli qualche nome. Poi ci parve che la conversazione gli fosse come un peso, perchè egli stesso mutò argomento e si parlò dell’offensiva austro-tedesca-bulgara, dello sbarco degli anglo-francesi a Salonicco, delle possibilità della guerra. Tre settimane dopo apprendevamo che Tankosic aveva trovata la morte, combattendo con le sue bande contro gli austro-tedeschi, nei dintorni di Kraguievaz.