I.'«ni idi ca nu>«.»M«mio 11 il desiderio di chiudere una disputa che non gli dava più pace, finirono per scuotere la tenace re* sistenza dell'imperatore. Cedendo a malincuore l'imperatore si sentiva vinto dall'arciduca ; vinti si sentivano coloro che avevano combattuto il progetto dell'erede del trono; e questa sconfitta accentuava il sordo rancore dell'imperatore e dei suoi fedeli verso il caparbio erede del trono. Le condizioni imposte dall’imperatore al suo assenso furono le più rigorose; non solo il matrimonio doveva essere morganatico, ma l’arciduca fu costretto a giurare solennemente, davanti a tutti gli altri arciduchi ed ai dignitari dell’Austria-Un* glieria, in presenza dell’imperatore, che egli non tenterebbe mai, dopo il suo avvento al trono, di modificare lo statuto di famiglia degli Absburgo, nè cercherebbe di aprire ai suoi figli la successione al trono. Rinunciava a tutte le prerogative attribuite alle persone di nascita principesca per i figli clic fossero nati dal suo matrimonio morganatico. Per decisione di Francesco Giuseppe questo giuramento di rinuncia, avvenuto solennemente il 28 giugno 1900 — nello «tesso giorno e nella stessa ora in cui quattordici anni dopo l’arciduca moriva a Seraicvo — veniva consacrato da un documento firmato da Francesco Ferdinando, registrato nel processo verbale del parlamento austriaco ed incorporato dal parlamento ungherese nelle sue leggi costituzionali. La contessa Chotek non poteva essere nè imperatrice d’Austria, nè regina d Ungheria. Il primo luglio 1900 l’erede del trono celebrava al castello di Heichstadt. in strettissimo circolo famigliare, il matrimonio con la contessa boema. Della famiglia era intervenuta alle nozze solo l'arciduchessa Maria Teresa con due figlie. Perfino i fratelli dell'arciduca si erano astenuti.