152 LUCIANO Mirimi Giuseppe che avrebbe inviato a Berlino il principe Ilohenlohe, degno di intera fiducia, con l’incarico di parlare molto apertamente e molto francamente all’imperatore Guglielmo ed ai suoi consiglieri. Francesco Giuseppe appariva in ottima salute, diceva che non aveva ancora ricuperate tutte le sue forze, ma che l’appetito era buono e che la buona aria di Ischi, dove contava di tornare appena possibile, avrebbe dissipate le ultime tracce »Iella sua recente malattia. Tsehirschky notava nel suo rapporto il « passo elastico » del vecchio imperatore. Il quale continuando il discorso parlava della situazione politica in Albania dove tutti erano corruttibili, dove nessuno meritava fiducia e dove l’Austria si interessava solo all’integrità dello stato albanese. San Giuliano, benché per debolezza avesse mandato a Durazzo il barone Aliotti « uomo di cattiva riputazione » era perfettamente corretto e le relazioni con Roma erano migliorate. Considerava l’opportunità di conservare e di migliorare con un'alleanza i rapporti con la Bulgaria « il solo stato balcanico che non avesse interessi opposti a quelli dell’Austria ». Era irritato contro la Romania che aveva partecipato alla seconda guerra balcanica contro i bulgari come alleata della Serbia. « Io so che il vostro imperatore ha piena fiducia nel re Carlo — diceva Francesco Giuseppe — ma io non ne ho affatto ». Era fermamente convinto che il re non avesse più la forza di guidare il suo paese ma che si lasciasse dirigere dall’opinione pubblica. Del resto re Carlo aveva già dichiarato molto nettamente al principe Furstenberg che non si sentiva in grado di soddisfare ai suoi obblighi verso la Triplice Alleanza. La politica tanto vantata da re Carlo della libertà d’azione lo avrebbe condotto un giorno a combattere l'Austria. Si compiaceva