172 LUCIANO MAGHIVI E discorrendo col suo amico barone Leopoldo Cblumecky, Conrad si esprimeva nei seguenti termini sulla situazione: «Nel 1908-9 la guerra sarebbe stata un giuoco a carte scoperte, nel 1912-13 un giuoco con delle probabilità, ma ora si giocava il banco ». Tuttavia Conrad persisteva a volere la guerra, e solo il 23 luglio a Berchtold, che gli esprimeva delle preoccupazioni riguardo all’atteg-giamento dell'Italia, dichiarava : « Se dobbiamo temere anche l’Italia allora non mobilitiamo ». Questa risposta, aggiunge il Conrad nelle sue Memorie » corrispondeva « al mio convincimento che non potevamo sostenere una guerra su tre fronti (Balcani, Russia, Italia) ». Superata questa fuggevole esitazione, pochi giorni dopo tornava a chiedere chc la dichiarazione di guerra fosse consegnata il più presto possibile per evitare ingerenze straniere. Avrebbe voluto che la dichiarazione di guerra fosse stata consegnata il 12 agosto affinchè l’esercito fosse pronto ad iniziare subito le operazioni. Ma ora si vedeva preceduto da Berchtold affermante che la dichiarazione di guerra avrebbe dovuto essere anticipata perchè la situazione diplomatica non era sostenibile fino a quel giorno. Obiettava Conrad che importava chiarire l'atteggiamento della Russia, c chc era desiderabile avere questo chiarimento per il 4 o 5 agosto. Se la Russia avesse aggredita l'Austria, le forze austro-ungariche avrebbero attaccata la Russia e la Serbia. In caso contrario solo la Serbia. Proponeva di differire ancora la dichiarazione di guerra e di chiamarlo quando una ulteriore azione diplomatica non fosse stata più consigliabile.