170 LUCIANO MAGRINI ma era piuttosto del parere che convenisse porre delle condizioni concrete alla Serbia. Il 12 luglio Berclitold annunciava a Conrad che, in seguito alla visita di Poincaré allo zar e la presenza del primo a Pietroburgo, la consegna dell'ultimatum era stata differita al 23 luglio. Il 25 luglio l'ultimatum sarebbe scaduto ed il 28 luglio avrebbe potuto essere il primo giorno di mobilitazione. Conrad gli dichiarava che egli, come erano rimasti d’accordo pochi giorni prima, col consenso della cancelleria militare sarebbe partito il 14 luglio rimanendo assente fino al 22. Lo stesso avrebbe potuto fare il ministro della guerra. Ma tale programma doveva essere modificato qualora la Serbia avesse spostato delle truppe verso il nord. In questo caso l’ultimatum avrebbe dovuto essere inviato subito per assicurare all’Austria il grande vantaggio di poter varcare le frontiere fluviali prima che i serbi avessero prese delle contro-misure sufficienti. Berchtold aggiungeva però che questo periodo di tempo gli occorreva per attendere la fine dell’inchiesta sull’attentato, per terminare il raccolto e per lo svolgimento delle trattative diplomatiche. 11 14 luglio Berchtold informava Francesco Giuseppe che era stato finalmente raggiunto, fra i due Presidenti del Consiglio, un accordo completo sulle condizioni da porre alla Serbia. Tisza aveva rinunciato alle obbiezioni formulate contro l’invio di un ultimatum a breve scadenza, ma aveva dato il suo assenso alla condizione che prima di porre l’ultimatum si prendesse, in un Consiglio dei Ministri, la decisione che la Monarchia, salvo qualche piccola rettifica di frontiera, non mirerebbe ad alcuna conquista in una guerra con la Serbia. « Il contenuto, stabilito oggi, della nota da inviare a