l’ultimatum AUSTRIACO ALLA SERBIA 207 dorai sui brindisi scambiati tra l’imperatore ed il presidente — scrive Paléologue — sulle dichiarazioni reciproche dei due ministri degli esteri, infine sulla nota comunicata all’agenzia Havas, io non esitai a pronunciarmi per una politica di fermezza. — Ma se questa politica deve condurci alla guerra?.... — disse Sazonof. « Essa ci condurrà alla guerra — rispondeva Pa-lèologue — se le potenze tedesche sono decise fin d’ora ad impiegare i mezzi di forza per assicurarsi l’egemonia in Oriente. La fermezza non esclude la conciliazione. Ma occorre che la parte avversa consenta a negoziare ed a transigere. Voi conoscete le mie idee personali sui disegni della Germania. L’ultimatum austriaco mi sembra aprire la crisi pericolosa che io prevedo da lungo tempo. A partire da oggi noi dobbiamo ammettere che la guerra può scoppiare da un momento all’altro. E questa prospettiva deve dominare tutta la nostra azione diplomatica. « Buchanan — continua Paléologue — suppone che il suo governo vorrà restare neutro; egli allora teme che la Francia e la Russia sieno schiacciate dalla Triplice Alleanza. Sazonof gli obietta : — Nelle congiunture attuali, la neutralità dell'Inghilterra equivarrebbe al suo suicidio! E’ la mia convinzione, replica tristemente sir George. Ma io temo che la nostra opinione pubblica sia ancora lontana dal comprendere ciò che l’interesse nazionale ci comanda con tanta evidenza.... Buchanan ci promette di appoggiare energicamente, presso sir Edward Grey, la politica di resistenza alle pretese tedesche ». Pietroburgo era ancora piena delle sonore impressioni lasciate dalla visita di Poincaré. La no-