IL DRAMMA DI SERAIEVO 133 mentre l’arciduca viveva ancora ma il suo polso era debolissimo. Le sollecite cure dei medici presenti non valsero a salvare una vita che si spegneva. Dei due proiettili sparati da Princip, uno aveva forata l’arteria cervicale e forse aveva colpito la spina dorsale dell’arciduca. L’altro proiettile aveva attraversato lo sportello destro dell’automobile, era passato attraverso il crine ed il cuoio del sedile ed aveva colpito la duchessa al basso ventre cagionandole un’emoraggia interna causa della sua morte quasi immediata. Poco dopo giunto al Konak l’arciduca cessava di vivere. Wiokam Steed, nelle sue << Memorie », narra che il maresciallo Potiorek, dopo aver ritirate le carte personali dell’arciduca, uscendo dalla camera mortuaria, rivolto ai propri ufficiali disse: «Signori,« una grande sciagura! Bisogna tuttavia mangiare! Andiamo a colazione ! » Che Potiorek non avesse simpatie per l’arciduca, che non ignorasse le ostilità che l’arciduca incontrava nei circoli eli corte e nei circoli politici viennesi e ungheresi, che dimostrasse verso questo dramma la stessa freddezza che dovevano dimostrare poco dopo Vienna e Budapest nell’apprendere la tragica notizia, è probabile. Il maresciallo Potiorek ed il capo della polizia, se non altro responsabili del mancato servizio di vigilanza intorno alla persona del principe, non ebbero nessuna noia, rimasero al loro posto c Potiorek conservò il comando delle forze austro-ungariche in Bosnia durante la prima campagna contro la Serbia, finché, dopo la grave sconfitta da lui subita nel dicembre 1914, si disse che egli fosse ammalato di mente. Che cosa sarrebbe avvenuto se Princip non avesse sparato, se il conte Harrach invece di trovarsi s»il predellino sinistro si fosse trovato sul