216 LUCIANO MAGRINI l’Austria, esattamente allo stesso grado delle altre grandi potenze. Essa si sforzerà di ottenere l’adesione delle potenze a questo punto di vista: la contesa esistente tra l’Austria e la Serbia è una questione concernente solo questi due stati. Zim-inermann suppone che l’Inghilterra, e così pure la Francia, poco desiderose di fare la guerra in questo momento, agiranno sulla Russia in senso pacifico; io penso che essendo il bluff un’istru-mento favorito della politica russa, il russo ama bene minacciare con la spada, ma non ci tiene, al momento decisivo, a sguainarla per conto degli altri ». Questo rapporto illumina la natura del complotto ordito tra Vienna e Berlino contro la Serbia. Ma il Kautsky osserva che questo modo di « localizzare » la guerra metteva la Russia davanti all’altemativa di sottomettersi o di dichiarare la guerra all'Austria. Il tentativo di « localizzazione » «lei conflitto era il solo modo di spingere diretta-mente la Russia alla guerra. La sola possibilità che la guerra da locale non divenisse generale risiedeva nell’« curopeizzazione # del problema. Ma essa non offriva all'Austria la prospettiva che le sarebbero state lasciate le mani libere per lo schiacciamento militare della Serbia. L’Austria era decisa — come abbiamo veduto — alla guerra contro la Serbia ; Berchtold avrebbe considerato con rammarico un’integrale accettazione dell’ultimatum austriaco da parte della Serbia, ed in questo caso contava di apphcarc le clausole dell'ultimatum con un rigore intransigente. Il rifiuto opposto da Berchtold ad una dilazione dell'ultimatum ed il fatto che BerUno, sollecitata da Londra, aveva rifiutato di fare un passo in questo «enso a Vienna ed aveva data una risposta