I BUE IMPERATORI PER LA CUERRA ALLA SERBIA 157 E la lettera autografa di Francesco Giuseppe, che accompagnava il memoriale, tra l'altro diceva: « Gli sforzi del mio governo devono tendere in avvenire ad isolare e rimpicciolire la Serbia. La prima tappa su questa via sarebbe da ricercarsi in un rafforzamento della posizione dell’attuale governo bulgaro, affinchè la Bulgaria, i cui reali interessi coincidono coi nostri, resti preservata dal ritorno alla russofilia ». Proponeva di tentare la costituzione di una nuova lega balcanica sotto il patronato della Triplice Alleanza riconciliando la Romania colla Bulgaria e la Grecia colla Bulgaria e con la Turchia. « Ma questo sarà solo possibile quando la Serbia, che attualmente è il punto d'appoggio della politica panslavista, sarà eliminata come influente fattore politico nella penisola balcanica. Tu pure, dopo gli ultimi orribili avvenimenti in Bosnia, avrai la convinzione che non vi è più da pensare ad un componimento della contesa che divide la Serbia da noi e che la politica conservatrice e di pace di tutti i monarchi europei sarà minacciata finché rimarrà impunito a Belgrado questo focolare d'agitazioni criminose ». Nessun dubbio che Conrad, Berchtold e Francesco Giuseppe fossero ormai sulla strada che conduceva alla guerra ed avessero la piena coscienza della loro azione: temevano solo che all'ultimo momento la Germania potesse ritirarsi. La lettera autografa dell’imperatore Francesco Giuseppe all'imperatore Guglielmo era già partita quando il 5 luglio l’imperatore d’Austria riceveva in udienza il barone Conrad. Nel quarto volume della sua opera « Aus meiner Dienstzeit » Conrad riferisce i termini dell'importante colloquio che merita di essere riprodotto perchè in esso si rispecchiano gli elementi della mentalità dei due per-