176 LUCIANO MAGRINI Riferiva Tschirschky che l’imperatore d’Austria era del parere che bisognasse porre delle condizioni concrete alla Serbia. Guglielmo postillava : « Ma molto nette ! e categoriche ! » Berchtold aveva detto all’ambasciatore tedesco che « se i serbi accettavano tutte le condizioni che egli avrebbe poste, ciò rappresenterebbe una soluzione che gli riuscirebbe assai sgradita e che rifletteva alle condizioni che si potevano porre alla Serbia per renderne l’accettazione completamente impossibile ». E l’imperatore di Germania, suggerendo quasi queste condizioni impossibili, postillava : « Evacuare il Sangiaccato ! Il nido delle contese e là ! L'Austria deve immediatamente riprenderlo per impedire l’unione della Serbia al Monte-negro e tagliare ai serbi l’accesso al mare ! » Queste note marginali palesano la preoccupa- ’ zione di Guglielmo di rendere impossibile ogni accordo con la Serbia e l’impazienza imperiale di veder scatenate le ostilità austro-serbe. L'ambasciatore tedesco a Vienna telegrafava il 13 luglio, al ministro degli affari esteri a Berlino, che Berchtold « è adesso convinto egli stesso che un'azione assai rapida si impone. Egli spera di intendersi domani con Tisza sul testo che deve essere rimesso alla Serbia. Egli lo sottoporrà mercoledì 15 luglio all’imperatore ad Ischi. La consegna a Belgrado potrà aver luogo immediatamente, cioè prima della partenza di Poincaré per Pietroburgo ». E Guglielmo in segno di assenso sottolineava due volte le parole «tassai rapida ». Il 14 luglio Tschirschky telegrafava che il « testo definitivo della nota da inviare alla Serbia non era ancora redatto. Lo sarà domenica (19 luglio). In ciò che concerne il momento della consegna alla Serbia è stato deciso che è ’ preferì-