LA « MANO NERA » 81 governatore della città. In quei giorni alcuni giornali inglesi ricordavano la parte che il Popovic aveva avuto nella tragedia degli Obrenovic, ed esprimendo il loro raccapriccio chiedevano che il Popovic fosse allontanato da quel posto. Il Popovic era sdegnato di questo intervento che considerava illecito; mi diceva che egli considerava un titolo di onore d’aver partecipato a quel complotto. «Che cosa c’entrano gli inglesi — aggiungeva — nelle nostre questioni interne! Non avevamo forse il diritto di sbarazzarci del nostro re che tradiva gli interessi del paese nel modo che credevamo più opportuno?» E poiché io gli dissi che bisognava tener conto, per spiegare le pubblicazioni inglesi, del raccapriccio destato in tutto il mondo civile dall'assassinio degli Obrenovic, egli mi rispose corrucciato che certe sensibilità straniere riuscivano offensive allo spirito nazionale serbo rigenerato da quella tragedia. Compresi che la mia osservazione lo aveva offeso ed irritato. Nell'ottobre 1915, all'inizio della ritirata serba, degli ufficiali mi avevano presentato una sera il tenente colonnello VoUmir Vcmic, ed al nome dell'ufficiale avevano fatto seguire, come illustrativo titolo onorifico, le parole: « l'uomo che ha ucciso la regina Draga Mascliin ». Il Vemic si era inchinato con un sorriso di profonda soddisfazione e forse era rimasto meravigliato che io non gli avessi fatti i miei complimenti per quel suo titolo di gloria. Lo statuto della « Mano nera » stabiliva, nel suo articolo 26, che l’iscrizione dei membri dell'associazione avvenisse per semplici numeri. Sf»lo i membri del comitato esecutivo si conoscevano personalmente e conoscevano tutti gli altri organizzati. & - Il dramma ài Smina.