254 LUCIANO M ACR1N1 lita segretamente alle mie spalle. Non si tratta dunque che di una manovra per arrestarci e per aumentare l’anticipo che hanno già acquisito. La mia parte è terminata ! » Da un memorandum del ministero russo degli ailari esteri, pubblicato dai bolscevichi, apprendiamo che il capo di stato maggiore aveva supplicato vivamente Sazonof di non mancare di persuadere lo zar di consentire la mobilitazione generale e gli aveva fatto promettere che, se riusciva a persuadere l’imperatore, il ministro gli avrebbe trasmesso immediatamente da Peterhof, per telefono, la notizia, affinchè le misure necessarie potessero essere prese subito, poiché bisognava mutare senza indugio la mobilitazione parziale, già incominciata, in una mobilitazione generale. « Dopo di ciò — aveva detto Januschevic — io me ne andrò, io spezzerò il telefono e farò di tutto per rendermi introvabile, onde non urtarmi in un contrordine e in un nuovo rinvio della mobilitazione generale ». Nel pomeriggio, Sazonof, accompagnato dal generale Tatiscief, veniva ricevuto dallo zar. « Durante circa un’ora — racconta il memorandum del ministero degli esteri, steso lo stesso giorno — il ministro cercò di provare che la guerra era divenuta inevitabile, poiché da tutto quello che avveniva si poteva giudicare che la Germania era decisa alla guerra, altrimenti essa non si sarebbe rifiutata a tutte le proposte concilianti che le erano state fatte. Non restava dunque niente altro da fare che prendere tutte le misure che ci permettessero di far fronte alla guerra, armati di tutti i nostri mezzi ed in una posizione che ci offrisse il maggior numero possibile di vantaggi. Non bisognava più temere di scatenare la guerra preci-