LA « MANO NERA » 83 stato ed esautorava il governo, ma non sapeva come liberarsene. Anche il reggente Alessandro considerava con crescente inquietudine questa occulta e potente lega militare, che non rifuggiva da nessun mezzo pur di raggiungere gli scopi che esBa si prefiggeva. Il 29 agosto del 1916 ad Ostrovo, presso il villaggio di Vladovo, in Macedonia, veniva commesso un attentato contro il principe ereditario di Serbia, Alessandro. Certo Rade Malobacic aveva spa- * rati, sotto agli occhi del generale Sarrail, tre colpi di rivoltella, andati a vuoto, contro il principe Alessandro. La « Mano nera », e particolarmente il colonnello Dimitrievic, venne accusata di aver organizzato il complotto. Parve a tutti però che Pasic approfittasse dell’occasione per sbarazzarsi dell’opprimente predominio di questa organizzazione segreta. Circa quaranta alti ufficiali furono arrestati e deportati a Biserta. Al processo di Salonicco il Dimitrievic smentì l’accusa di aver ordito un’attentato contro il reggente di Serbia. Il processo parve pieno di ombre e rimane tuttavia soggetto a critiche sulle sue origini reali. Nel 1917 il governo serbo, dopo il processo, per controbattere le molte accuse di« vulgate contro l'azione governativa non solo in Serbia ma anche all’estero, pubblicava un comunicato nel quale dichiarava che il dibattimento aveva accertato che il «donneilo Dimitrievic a-veva preparato, coi suoi colleghi, nel 1914 un colpo di »tato in Serbia. Era il momento della promulgazione del regolamento che stabiliva la pre« valenza dell’autorità civile. Il Dimitrievic aveva ordinato la destituzione delle autorità civili e la consegna dei loro poteri in mano di ufficiali uelle regioni liberate dopo la guerra balcanica e