2MI I precedenti deWopera francete di forme liriche che l’opera lnllista doveva rendere popolari : prologhi in cui si celebrano le virtù dei sovrani e la gloria della Francia; scene di sonno, di sacrifici, d’oracoli; visioni infernali, combattimenti, cerimonie funebri, ecc. Certo, Buti non ha inventato nulla di tutto questo. La maggior parte di tali forme erano da lungo tempo passate dalla pastorale all’opera. Ma egli le rivelò al pubblico parigino e ne sistemò l’impiego, elaborando tutti i principali elementi librettistici usati una ventina d’anni più tardi da Quinault. 1-n prima rappresentazione dell 'Orfeo ebbe luogo — come s’è detto — al palazzo reale il 2 marzo 1647. L’opera fu ripetuta nei due giorni successivi; poi le rappresentazioni furono interrotto dalla quaresima. Ma la Regina le fece riprendere il 20 aprile in onore dell’ambasciatrice di Danimarca e il 6 e 1*8 maggio per la duchessa di Ixtngueville. 11 successo dell'Or/co fu immenso, sebbene qualche anno più tardi gli avversari del Mazzarino tentassero di dar eredito all’opinione contraria, affermando che « tout le monde y avait donni » ('). Mad.me de Monteville, che non amava nè le opere nè il Mazzarino, riconosce la bellezza dello spettacolo; e gli ambascia-tori stranieri, la cui imparzialità non è sospetta, sono unanimi nel proclamarne il successo. Ma le sjiese enormi profuse per l’allestimento dello spettacolo sollevarono vive proteste. I nemici del primo ministro, approfittando dei malumori generali e unendovi il risentimento deU’anti-italianismo, che andava facendosi strada, fecero AvWOrfto il bersaglio prediletto dei loro strali }>olcmicì e satirici. Intere scene furono parodiate. Mazzarino tentò reagire. Ma le misure repressive non sortirono alcun effetto. Durante tutta la Fronda, il tema dell’Or/#© servì ottimamente agli autori di « mazarinades ». I*a leggenda dell’insuccesso deH'opcra si andò diffondendo; e per spiegare come la Regina avesse potuto divertirvi», s’in-sinuò ch’ella s’annoiava rame tutti gli altri, ma non osava lasciarlo scorgere per non urtare il cardinale. Durante Ta Fronda, anche Luigi Rosai dovette fuggire da Parigi con la Corte, il 16 gennaio 1649, e a Saint-Gennain soffri angustie e privazioni e fu esposto più d'ona volta alla fame c alle intemperie. Il 17 settembre 1649, ottenuto il suo (■) V. la MmtmrinmÀf ll*r