Le origini dei melotlramma 23 intendimenti molteplici, di tradurli convenientemente in atto onde dar vita all’opera 0). Questo carattere passionale o, almeno, emozionale, della commedia musicale, ne determina le leggi e la distingue dalla commedia ordinaria. L’utilità, o, piuttosto, l’intenzione morale, sarà per necessità di cose minore che nella commedia unicamente parlata, poiché il canto interpreta ed esprime piuttosto la passione che il ragionamento, ed agisce sul cuore più assai che sull'intelletto. Nella commedia musicale l’azione ha inoltre minore spazio per svilupparsi, giacché la parola semplicemente detta è molto più rapida della parola cantata. Bisogna dunque condensare, intensificare, sopprimere i dettagli, non fermandosi che alle situazioni capitali e ai momenti essenziali del soggetto trattato, e lasciando il resto all’immaginazione dell’ascoltatore (*). Mentre con tanto acume d’intuizioni estetiche e con creazioni smaglianti di spirito e d’immaginazione, Orazio Vecchi si faceva iniziatore d’un genere che prelude immediatamente a! dramma musicale, pur differendone ancora alquanto nei mezzi tecnici e nella realizzazione formale ed espressiva, altri musicisti battevano con diverso ingegno la medesima strada. Fra questi bisogna citare Giovanni Croce, nato a Chioggia nel 1557, morto a Venezia il 15 maggio 1609. Allievo di Zarlino, G. Croce fu nominato maestro della cappella di S. Marco in Venezia nel 1603. Scrisse quattro libri di madrigali (pubblicati rispettivamente nel 1586, 1000, 1692 (') « Potrebbe *rrer.ii ancora («■') naturai rottura*). eh* quagli s cìm non sapranno qus*ta mia eomm*dia ramar*, siano par biasimarla, < ma «appiano easi ch'ogni (00*110. eh* tf* composto in •***. * diri» « (alo al suo proprio affetta; U qmal Wniir Doralo. * comodato « dal prudente Cantore, et eepre**o bau * eoa ordine per dar spirito «alla coni posinone > ; ia^ruoe (*) t bsn T«ro che'l fioranwato di «osa sarà «¿quanto rimsaso. * « minor di quello d*U* saopttra coni morti*, pmht dorsad'io il canto pii < tosto all'effetto eh* alla moraliU, mi è convenuto usare gran risparmio < di s*s>tenie E p*rò l attone * pi* trm dei decere pmU «awndo II « nudo parlar* pi* sp*dito dal canto aalto aO* parole, non era lese < disosod*re a corti particolari d*U* tanta, a et» eh* radila non si « s(ssrss*s prima eh* liuiad al Ina, tanto pM aoa sose*do tramenata * la nnsaiea dalla ii(Wtu della rista, ia modo lai* eh* Tua senso n*|s « ricrealo dalia TicMSitvdtne detTaltro s iai^snasn