Mugica cameristica, orchrgirale c religiosa 335 Lnlli. Ma quest’opera soffre di una deficienza di energie sentimentali e passionali, di elementi affettivi ed emotivi ohe la rendono fredda e compassata, facendola rientrare nella gelida sfera delle elaborazioni neo-classiche dell’accademismo e dello scolasticismo d’ogni tempo, piò che in quella della genuina ed effettiva classicità, dove circola, con esatte pulsazioni ritmiche, il calore della vita. Inoltre, essa manca di linfa musicale, e paragonata a quella d’un Monteverdi, ai scolora e si raggela come un corpo ben congegnato, ma dal quale esulano quelle forze potentemente fattive e plasmatrici che scaturiscono soltanto dal focolare incandescente della superiore genialità. 1 vari elementi che Lulli accoglie e sintetizza nell’opera sua, sono da lui accostati e armonizzati per un calcolo sapiente della ragione, ma la sintesi che ne risulta non ha il palpito eircolativo dei grandi organismi artistici; non ha quel potere di allargamento e di calda fusione che nasce soltanto dall’impeto incontenibile e dalla incandescenza interiore delle più grandi individualità creatrici, destinate ad imprimere la propria immagine nella coscienza dei popoli. Lulli eccelle nella danza strumentale, nel pezzo descrittivo; ed è questo il campo in coi i musicisti francesi mietono la più copiosa messe di pagine durevoli. Kameau, il solo grande compositore che la Francia abbia avuto nel settecento, adottando il piano operistico di Lulli e non apportandovi sostanziali modificazioni, dimostrerà in grado anche maggiore questa facoltà di plasmatore di piccoli quadri strumentali, nei quali trasfonderà quei requisiti di grazi* e di eleganza che sono il vero retaggio delParte musicale francese. Sotto questo rispetto, Couperin è la più caratteristica individualità musicale che la Francia abbia nvuto nella seconda metà del seicento. Egli ha contribuito più d'ogni altro a fondare quella tradizione di gusto e di misura, a cui i più schietti rappresentanti dello spirito fran-si sono sempre ricongiunti in musica come nelle altre arti; e l'ha fatto con doviziosa fantasia, con piena adeguatezza di mezzi e di fini, trovando sul clavicembalo le risorse più adatte a tradurre una musica, in cui sembra trascorrere un risorgente alito delle antiche fragranze che esalavano dal lieto e gentil Bore della lirica trovadorica; musica, per entro alla quale circola un’eco di quelle canzoni d’amore, una reviviscenza di quella sensibilità, a un tempo squisita ed affettata, di quelle idee complicate e riflesse, di quella idealiz-