O. B. Lulli e lo »viluppo ulteriore delf opera 271 la gloria, gli onori, la supremazia incontrastata nell’arte, l'ossequio dei grandi, le ricchezze, lasciando alla sua morte ima ingente fortuna. Si può condannare Lulli dalla sfera ideale da cui si giudica un Beethoven; ma non si può disconoscere ch'egli dovette possedere qualità eccezionali, e che l'azione da lui svolta con tenacia incrollabile e l’opera ch’egli realizzò senza colpi d’ala, ma con limpida lucidità, con logica coerenza, con piena adeguatezza di mezzi e di fini, recano tutti i segni d’una forte personalità. E anche quando non si voglia ammettere — per dirla ancora col Machiavelli — che il successo corona l’opera e reca in sè la sua intrinseca gi asti Reazione, bisogna però riconoscere che Lulli era l'uomo fatto apposta per riuscire in quell’ambiente e in quella società, simile in tutto ad essa nelle qualità e nei difetti, nei vizi e nelle virtù, nelle attitudini e nelle debolezze, nei gusti e nelle predilezioni, e perciò destinato a dominarla. Del resto, non tutte le testimonianze concordano nel tracciare di Lulli un’immagine odiosa c ributtante. < Lulli aveva buon cuore », scrive Lecerf de la Viéville. La sua rudezza non era scevra di bonomia; il suo orgoglio non era alterigia, e non gl’impediva di trattare famigliarmente i musicisti che si trovavano alle sue di [tendenze; e sebbene avesse «>n loro terribili scoppi di collera, si preoccupava delle loro ' «indizioni materiali e li soccorreva nel bisogno. Dopo aver rotto il violino sulle spalle a un suonatore refrattario ai suoi ammonimenti, lo invitava a colazione e lo risarciva dei danni. Non mancano nella sua vita atti generosi. Cosi egli aiutò lo suocero lambert ad acquistare un possedimento che gli stava a cuore e gli accordò un alloggio in una casa de la nie Sainte-Anne, di sua proprietà. La Fontaine, inviperito contro Lulli che aveva respinto un suo libretto, lo ingiuriò atrocemente (*); ciò che non impedi a Lulli, dimentico dell’offesa ricevuta, di riconciliarsi, pur restando fermo nel suo proposito di non accettare il libretto in discussione. (*) Le 0+rentin ■Muir« è le fin ee fn’U taii Il rteemkte à ree leupi qu'on nowrrii, et fmU biem; eme «tu Uup deit tem^oure pmrder eon emrmrtère rmw im mtemtom gmrdi le eien.