442 L'opera in Inghilterra sebbene il testo biblico guidi il musicista, che ne estrae l’intima sostanza secondo le esigenze del suo intelletto e della sua sensibilità. Gli accenti e le inflessioni di questo testo, tragici o lirici, disperati e gioiosi, vibranti di commozione o soffusi di fascino pastorale, trovano in Purcell un interprete vario, pronto, efficace che dà a ciascun salmo l’intonazione più adeguata, ricavandone vere scene drammatiche animate da un pathos commovente e solenne. I soli si alternano ai cori e agli episodi strumentali, concorrendo a dare all’insieme un carattere schiettamente drammatico; carattere, che poro non diviene mai teatrale. Purcell non cerca effetti esteriori e decorativi. Alla sua concezione della musica drammatica e sacra non rimase estraneo il gusto personale di Carlo II, che nel 1647 aveva sentito a Parigi l'Orfeo di Luigi Rossi, riportandone un’impressione incancellabile. Questo Sovrano non amava la polifonia; voleva che la musica fosse chiara e ben ritmata; e anche nel campo dell’espressione religiosa voleva che essa si plasmasse sui modelli profani e ne assumesse i modi e le forme. Ma nell’adattarsi a queste richieste e a queste pretensioni, Purcell non va fino a sacrificare il suo gusto personale e la dignità dell’arte sua, e non fa concessioni volgari alla ricerca dell’effetto e del successo. In realtà, Purcell era nato per il dramma musicale. Tutte le sue migliori qualità e attitudini lo predisponevano a questo genere; e se il tempo non gli fosse mancato non è improbabile ch’egli potesse raggiungere l’intento vagheggiato di dare all’Inghilterra un’opera nazionale. Ma la storia è ricostruzione dell’accaduto, e non almanaccamento di astratte possibilità. Il più grande dei musicisti inglesi doveva restare anche l’unico. Intorno a lui e dopo di lui s’incontrano bensì in Inghilterra molti altri maestri degni di menzione, ma nessuno segnò un’orma profonda e durevole. Il più notevole rappresentante della musica inglese fra i continuatori immediati di Purcell fu John Blow, nato a North Colligham (Nottinghampshire) nel febbaio 1649, morto il 1° ottobre 1708. Entrò nel 1660 come fanciullo della cappella vocale di Corte, sotto la direzione di Henry Cooke. Ottenne nel 1669 il posto d’organista dell’abazia di Westmin-ster, che cedette in seguito a Purcell nel 1680, per riprenderlo quindici anni più tardi alla morte di quest’ultimo. Nel