16« La musica strumentai* in Ilatta baio adempirà nell’orchestra settecentesca una funzione principalissima, servendo di base armonica alle lunghe filastrocche del recitativo operistico, in cui si riversavi» tutta quella parte dei libretti che era unicamente destinata a congiunsero insieme le arie, nelle quali consisteva l’essenziale dell’opera in musica, e verso le quali convergevano tutt’insieme l'impegno del compositori', la bravura dei cantanti e l'attenzione del pubblico. Le forme operistiche passarono in seguito sulle corde del clavicembalo, modificando ed alterando quelle originariamente create |>er questo strumento e determinandone, a lungo andare, la decadenza. Il dialogo tra voci e strumenti, i prò-cedimenti lineari dell'aria e simili formule del convenzionale repertorio melodrammatico, entrarono nella letteratura clavicembalistica, allorché essa ebbe esaurita la sua vitalità e fecondità. Ma prima la musica clavicembalistica italiana doveva assurgere ed assurse a mirabili altezze. ♦ III. Oli organisti, come s’è accennato, segnatamente nei primordi dello sviluppo delle forme strumentali, furono anche claviccmbalisti. Tuttavia, la diversa natura dei due strumenti determinò ben presto due correnti di produzione artistica che, in breve tempo, procedettero separate e si affermarono con caratteri nettamente distinti. Si può anzi asserire che appunto il loro progressivo differenziarsi segna il crescere ed il fiorire di un’arte clavicembalistica e di un'arte organistica. Quest’ultima, che nella seconda metà del cinquecento e nella prima del seicento diede i suoi primi saggi importanti con Diruta, Menilo, Luzxasehi, i due Gabrieli, culminando in Frweobaldi. ci fa risalire nella ricerca delle sue origini fino al secato XIV', in cui appaiono alcuni organisti che ebbero fama grandissima presso i contemporanei : Francesco Landino, detto il cieco degli organi (Firenze 1325-1394 o 97), del quale il cronista Giovanni Villani intesale l’elogio; Francesco di Pesaro che dal 10 aprile 1336 al 1368 fu organista in S. Marra a Venezia, come risulta dai registri dell’epoca, e sostenne in questa città, dinanzi al Re di Cipro, una gara con I¿indino che riuscì vincitore.