340 / procedenti dtlTopéra franctm danzA. onde far risorgere nella sua integrità la tragedia antica. Ma, come s*è notato a proposito della riforma operata dalla camerata fiorentina, dove il proponimento umanistico non fu che l’impulso alla creazione d’un genere sostanziai -mente nuovo ed originale, rimanendo affatto marginale ed estrìnseco, così anche i novatori francesi furono portati dalle loro mire di restaurazione della tragedia classica alla elaborazione di elementi di recente formazione storica e, per la maggior parte, di derivazione italiana; elementi che confluirono e ai assommarono in una forma d’arte, serbata in Francia a grande fortuna nella prima metà del secolo XVII, e che deve annoverarsi tra i piò diretti precedenti storici del melodramma francese : il balletto di Corte. I/o apparizioni di ninfe, di satiri, di trìtoni, di carri su cui sfilavano tutte le divinità dell'Olunpo, erano in quel perìodo l’apparato consueto degli spettacoli che avevano luogo a Venezia, Ferrara e Roma. Il balletto francese adotta la coreografia delle mascherate, degli intermedi, delle danzo di vario carattere, provenienti dalle diverse località italiane e improntate a vario colore ambientale: brandi, moresche, villanelle, e così via. Tutte queste forme erano da molto tempo popolari in Francia. I coreografi della Corte orano tutti italiani, e italiani erano quasi tutti i musicisti e i decoratori che portavano il loro contributo all'allestimento dello feste e degli spettacoli. Non r’è dunque da stupirai che, componendo il Ballet rnsifw dt la Hrtnr. che segna una tappa importante nella evoluitone del genere e fu rappresentato il 16 ottobre ISSI al Louvre, per il matrimonio del duca di Jojruse con M Ile de Vaodeniont, il piemontese Baltazarìni o Raltasarìni, detto Beaujojreux o Beaujoyeulx, violinista di Caterina de Medici che ne fu il principale ideatore ('), s'immaginasse in boon* fede d’aver preso a modello il dramma antico, eoi suoi con cantati e danzati. Egli si figurava di dar vita a un «voere teatrale caduto in disam dorante il medioevo, facendo opera d'umanista; ma. in realtà, non faceva che utilizzare irti stessi intermezzi, che in