L'opera in Germania 359 è inoltre in Keiser l’amore della natura e il sentimento popolare; tratti che attestano in lui l’artista prettamente tedesco, segnando una linea d’unione fra certe sue pagine e la Sinfonia Pastorale di Beethoven o il Freischütz di Weber. L’anno 1717 segna la fine del più glorioso periodo della carriera amburghese di Keiser, e comincia per lui una serie di continui pellegrinaggi, di cui sarebbe diffìcile additare tutte le tappe. Nel 1717 si trasferì a Copenaghen. Dal 1719 al ’21 dimorò a Stuttgart, dove cercò inutilmente di ottenere il posto di Kapellmeister del duca di quella città. Nel 1722, dopo un breve soggiorno ad Amburgo, ritornò a Copenaghen, dove divenne maestro della cappella reale di Danimarca, e dove nel 1723 fece rappresentare un Ulisse. Nel 1724, tornato ad Amburgo, vi fece eseguire l’oratorio Davide Vittorioso, composto probabilmente durante il soggiorno di Stuttgart. Ma il gusto del pubblico amburghese s’era distratto dall’opera. Gl’impresari e i direttori di compagnie teatrali cercavano stimolarne la curiosità importando gl’intermezzi comici italiani, che facevano la delizia di tutti i viaggiatori stranieri, e venivano accolti dovunque con grande favore. Keiser si rivolse alla commedia musicale, forse sotto l’influsso del fecondissimo Georg-Philipp Telemann, che dal 1722 dirigeva l’opera amburghese, dimostrando una inclinazione spiccata per quella comicità facile e grossolana, di cui contribuì più d’ogni altro a propagare in Germania il pessimo gusto. Fino dal 1710 Keiser aveva dato alle scene amburghesi un singspiel : Die Leipziger Messe, che sembra essere stata la prima opera comica tedesca. Nel 1725 egli ritornò a questo genere con una farsa : La Fiera d’Amburgo o il Felice Inganno (*), pittura molto ardita ma non priva di sale comico, che rappresentava macchiette note nella città ed episodi di vita eolti dal vero. Il successo fu tale da indurre Keiser a ritentare la prova nel corso dello stesso anno con Die Hamburg Schlachtzeit, dov’erano rappresentati quadri di vita popolare; ma questa volta la soverchia salacità delle allusioni licenziose provocò uno scandalo. La censura vietò gli spettacoli. Keiser lasciò da parte la commedia musicale, senza tuttavia rinunciare alla vis comica, che costituisce il tratto più spiccato e caratteristico delle sue ultime (*) € Der Hamburger Jahrmarkt, oder der glückiche Betrug, ein scherzhaftes Singspiel