322 Mtuica cameristica, orchestrale e religiosa zio di quella maniera di composizione strumentale che fu praticata, anche in Francia come in Italia, per tutto il settecento. Rebel non applica più ai singoli tempi titoli di dnnze, ma designazioni agogiche ed espressive. François Duval, contemporaneo di Rebel, è anch’egli uno dei fondatori della scuola violinistica francese. Entrato nel 1714 a far parte dei « vingt-quatre violons », pubblicò dal 1704 al 1720 sette libri di sonate, i primi sci per violino solo, l’ultimo per due violini, tutti con basso continuo, nei quali si attiene al tipo sonatistico praticato da Corelli, pur serbando i titoli pittoreschi e manifestando frequenti intenzioni imitative. La sua tecnica resta però di gran lunga inferiore a quella corelliana. Morì nel 1728. Joseph Marchand, che nel 1706 faceva parte dei « vingt-quntre violons », esita ancora tra la »mìe e la sonata, rivelando tutte le incertezze d’un periodo di transizione. Lo stesso fanno Jacques Huguenet e Charles La Ferté, Jean-Raptiste Anet, quest’ultimo nato verso il 1661 e morto a Lunéville al servizio di Staneslas di Lorena nel 1755, allievo di Corelli, dal quale apprese i segreti d’una tecnica espertissima, che nel 1725 gli procacciò vivi successi al Concert -Spirituel. Anet lasciò due libri di sonate per violino solo e basso continuo (1724-29) e tre di musettes (1726, ’30, ’34). Egli adotta le denominazioni italiane nella designazione dei tempi. Nelle sonate procede visibilmente da Corelli per le inflessioni melodiche e gli atteggiamenti stilistici, mentre nelle musettes si attiene alla moda per il genere campestre imitando Couperin. Molti altri violinisti francesi, virtuosi e compositori, potrebbero aggiungersi ai precedenti, come Jean-Pierre Quignon, allievo di Somis a Torino; Jean-Haptiste Sénallié, allievo di T. Vitali e imitatore di Corelli; Quentin le Jeune; Gabriel Itelson; François Francoeur, tutti autori di sonate, di spiriti e di forme quasi sempre italianeggianti e corei-liane. Ma l’attività di questi musicisti appartiene quasi per interi' al secolo XVIII. Basterà notare che, per virtù loro, il piano della sonata si stabilisce nella letteratura violinistica franwwe con caratteri ben definiti. L’ordine dei tempi presenta un movimento lento a guisa d’introduzione; un tem|>o moderato nel genere dell'allemanda; un terzo movimento costituito di solito da un minuetto, aria, sarabanda o gavotta.