21*1 Lti murica mera in Italia nei »teoio XVII La fmnn raggiunta di» Carissimi gli procacciò parecchi discepoli italiani e stranieri. Fra questi ultimi meritano speciale menzione il francese Marc-Antoine Charpentier e i tedeschi Joh. Kaspar Kerll, Chr. Bernhard, Joh.-Ph. Kriegcr che, a dire del Matthoson, studiarono a Roma alla sua scuola, fc ad uno di questi allievi stranieri che si deve la conservazione del piccolo trattato elementare Ars Cantandi, composto da Carissimi ad uso dei suoi giovani allievi e del quale non rimane che l'edizione tedesca, parecchie volte ristampata. Dopo Carissimi l’oratorio latino, pure ampliando le sue proporzioni, decade rapidamente. Lo « storico » viene soppresso dopo il 1660. I libretti stampati recano talvolta la traduzione italiana del testo e, in mancanza delle musiche, ci forniscono indicazioni preziose. Un analogo scadimento si verifica per l'oratorio in volgare. Al momento del suo massimo sviluppo esso aveva tratto dal melodramma tutto quanto poteva legittimamente ricavarne senza rinunciare alla sua individualità, quale l'avevano costituita e caratterizzata i fattori storie» che siamo venuti precisando e determinando; ne aveva derivato, cioè, la rappresentazione uditiva e lo stile monodico e rappresentativo. Fin qui l’oratorio s’era mantenuto coerentemente nell'ambito delle sue premesse storiche e delle sue esigenze stilistiche, l-n rappresentazione uditiva e lo stile monodico, lasciando sussistere l’elemento espositivo e meditativo che conferisce all'oratorio la sua specifica personalità, gli avevano molto giovato, allargando la cerehia dei suoi mezzi e dando maggior risalto ai fatti assunti a sostegno e conforto delle verità cristiane e dei concetti morali, che l’oratorio mirava ad illustrare ed esemplificare. Ma non andò molto che si oltrepassò il segno, e l’oratorio cominciò a rinunciare agli elementi che gli erano intrinsecamente connaturati ed essenziali. acrostandosi via via a) melodramma, fino a identificarsi con esso nei compositori della scuola napoletana, a cominciare da Alessandro Scarlatti. Questo avvenne sopra tutto per l'abolizione dello < storico», cioè, della parte narrativa e meditativa propria del genere oratoriano, che doveva necessariamente perdere ogni diritto di esistere, a misura che, smarrendosi il vero concetto dell'oratorio. e considerandosi questo come un melodramma d'argomento spirituale e religioso, l’elemento narrativo ap-