12 /.<■ origini del melodramma (1466-1M9), ohe dal 1501 inizia a Venezia la stampa musicale, valendosi di caratteri metallici di sua invenzione. Ma questi compositori, formati nella tradizione contrappuntistica Hamming«, sono troppo raffinati per non mirare più in alto, vagheggiando un genere che, pur serbando la stessa libertà d’ispirazione, rispondesse alle esigenze del loro gusto squisitamente coltivato. Questo genere fu appunto il madrigale, principale strumento deU’evolazione musicale durante la Rinascenza; mezzo efficacissimo e multiforme di espressione, contenente, dapprima in forma di chiuso e inviluppato germe, poi in modo sempre più evidente e appariscente, il principio estetico che formerà la base della riforma fiorentina. In quanto alla forma del madrigale, »uà non ebbe limiti; è la poesia che ne determina la struttura. Esso non è costruito su un tema gregoriano (cantus firmus), come la messa c il mottetto; tutte le parti vi svolgono liberamente il loro processo discorsivo, motivato unicamente dagli accenti, dalle inflessioni, da tutte le particolarità espressive del testo poetico. Taluni madrigalisti, avendo scelto testi composti di versi liberi o ineguali, a rime distribuite casualmente, senz'altra regola che l’accento lirico o il capriccio sentimentale e fantasioso, hanno dato a questo genere una completa indipendenza dalle regole; altri si chiusero invece tra le strettoie della più rigida disciplina contrappuntistica; tutti tendono ad una esatta traduzione sonora della parola, aU’cspressione fedele dei sentimenti; tutti cercano l'equivalente fonico del pensiero poetico. Il musicista prendeva un gruppo di versi (generalmente una strofa stralciata da un |ioema) e li trattava, sia in contrappunto omofono semplicissimo, sia, al contrario, in uno stile finemente cesellato. La più grande libertà regnava in questo nuovo genere. Le quinte I>araltele, le false relazioni che sarebbero state severamente rimproverate a un compositore di messe e di mottetti, erano qui tollerate, a condizione peri» che siffatte derogazioni alle regole potessero giustificarsi con una chiara intenzione «•pressi va. La musica del madrigale non aveva il suo fine in sè stessa, come quella liturgica; essa traeva dal testo poetico la sua ragion d'essere e ne subiva tutte le suggestioni. Il compositore non si limitava a tradurre melodicamente e armonicamente il carattere generale del corto poema, ma ne sotto-