La miurica strumentale in Italia 187 l’orchestra. Da questa forma, che ebbe in Antonio Vivaldi il suo maggior esponente, doveva uscire il concerto moderno, creato da Viotti e praticato dopo di lui da tutti i più grandi maestri del violino. Ma già in Torelli e in Corelli il concerto grosso raggiunge un grado notevole di ampiezza. Torelli lasciò 12 concerti grossi composti da un violino principale, 2 violini, viola e basso di concertino, 2 violini e un violone (contrabasso di viola), costituenti il ripieno e sostituenti l’antico basso continuo (l). Ma già nelle precedenti raccolte di Torelli, apparse a Bologna nel 1686, 1688 e 1692, si trovano dei concerti da camera per 2 e 4 strumenti, tutti improntati a quella trasparenza di pensiero, a quella vivacità di concezione e a quello stile prettamente violinistico, che sono qualità precipue di questo artista. Talvolta la virtuosità momentaneamente prevale, segnatamente quando il violino principale si presenta quale solista, facendo sfoggio di passaggi brillanti; ma sempre l’idea melodica serba un carattere di nobiltà e di elevatezza ed è espressa con chiarezza e vigore. Arcangelo Corrili, nato a Fusignano, prono Imola, il 12 o 13 ottobre 1663, morto a Kami il 18 gennaio 1713, racco gtie l'eredità di tutti i suoi predecessori e la compendia in una sintesi geniale che servirà di modello a tutti i migliori maestri del secolo XVIII. Intorno all'infanzia e all'adolescenza di questo grande compositore, regna la più Atta oscurità. S'ignora quale fosse la condizione sociale e il grado di cultura dei suoi famigliali, quale la sua educazione, l’ambiente in cui ricevette le prime impressioni musicali. Pare venisse inviato a Faenza dove avrebbe cominciato lo studio della musica, poi a Lugo, dove lo continuò. S'ignora il noni«' dei primi maestri ai quali dovette il germe fecondatore del suo genio. Sappiamo, tuttavia, con certezza che, trasferitosi a Bologna all'età di 13 anni (1666) entrò nella scuola di Qiovanni Benvenuti che lo iniziò nell’arte violinistica, poi sotto il magistero di Leonardo Prugnoli. Qui il giovane compositore potè assimilare i precetti d'una fiorente scuola violinistica, che già praticava la maggior parte dei procedi - (') aOnmfi Ormmi na ma porterai« per « ««mltMiaw .Vaiai* di « OlcsEPrs Tosili.l ramata Maxi» Hoaater» Mh pariaaàcaa »11» « (tela di 8. Fxranu di Bek*s» « Accadasi» Pilanooa*o ». Bolacsa. Silvani. 1109. spara Vili; psbWraxkma portato», pnraUla da osa dadir»