3« Le origini del melodramma principeschi o episcopali, nei ricevimenti sontuosi offerti a principi e cardinali, nelle cerimonie pubbliche e private, in cui le maggiori case gentilizie (lei tempo profondevano somme straltocuhevoli jier dar lustro ai loro nomi, che i musicisti fecero più frequentemente le loro prove; ed è in questo ambiente che l’opera nncque. 11 teatro fu aristocratico, principesco, cortigiano a Firenze e n Doma, prima di divenire popolare e pagante a Venezia. È un tratto di cui bisogna tener conto per intendere alcuni suoi caratteri, come la predilezione che i musicisti fiorentini mostrano |ier gli argomenti mitologici, il decoro letterario che i poeti si studiano di mantenere ai libretti, il fasto delle decorazioni che, tuttavia, da principio rimane scevro dalle barocche macchinosità che »’introdurranno ulteriormente negli apparati scenici dell'opera; tutto ciò, insomma, che costituisce l'impronta raffinata e signorile creata daU’umanismo, e da cui si esala il profumo di quella primavera fiorentina dello spirito e dei sensi, che distillava le essenze più preziose della cultura, e il gran saliere accompagnava al dolce vivere. La musica penetrava tutti gli strati sociali. Non v'era avvenimento di qualche im]>ortanza e solennità che non se ne valente; e, mentre le polifonie corali accompagnavano le pratiche austere del culto, i riti ieratici delle cerimonie religiose; mentre il suono delle arpe, delle viole, dei liuti si spandeva nelle sale dorate ad accrescere il fascino degli spettacoli allestiti con magnificenza fastosa, con pompa mirabile di affreschi c di decorazioni, di pitture e di sculture, di abbigliamenti e di figurazioni sceniche, la musica da camera si associava altresì ai festini, ai conviti, alle danze, ai matrimoni. inneggiando alle gioie, intonandosi alle magnificenze, preludiando agli amori, come {tossiamo scorgere, fra l'altro, ilaU’OdArro/oa, memo insieme col fior fiore della musica più gradita ndl'ultimo quarto del quattrocento dall'editore Ottaviano Petrucci che. nella prefazione, allude all'ufficio delle musiche ila camera quando dice : < nulla senza di esae di grave o di giocondo potersi compiere ». Quoto è l'aspetto sociale in cui ai attua la tendenza umanistica, divenendo gusto, costume, pratica di vita. Il suo aspetto culturale ai coglie invece nel risorgere anche nella musica della passione per l'antichità. Di quello che poteva essere stato l’impiego della musica mila tragedia antica, nou