458 Condizioni della musica nel restante dell'Europa travaglio interiore. Questo appunto fecero Chopin per la Polonia, Smetana e Dvorak per la Boemia, Grieg per la Norvegia, Mussorgski per la Russia e, più recentemente, Zoltan Kodaly per l’Ungheria, Granados, Albeniz e Manuel De Falla per la Spagna. Ma, fino al secolo XIX, queste nazioni non ebbero uno sviluppo musicale autonomo e non recarono che scarsi contributi di vera e propria novità e originalità creatrice, rimanendo generalmente accodate agl’indirizzi e agli orientamenti promossi dai paesi che tenevano lo scettro dell’arte musicale e le tracciavano il cammino. Così i paesi nordici, fino all’alba del secolo XIX, non conobbero alcuna volontà o velleità di indipendenza nell’arte sonora e rimasero infeudati alla cultura musicale tedesca, dopo avere, come quest’ultima, ricevuta la loro iniziazione alla scuola di G. Gabrieli, dove convennero molti musicisti danesi, attratti dalla fama universale di quel maestro. La Boemia e l’Ungheria rimasero parimenti aggiogate al carro dell’arte germanica, mentre la Svizzera oscillò e tuttora oscilla fra i due poli dell’arte tedesca e francese; la Polonia diede alle raccolte liutistiche tedesche il contributo delle sue melodie popolari, ma non seppe trame per proprio conto un’arte segnata dalla sua individualità etnica e, prima della comparsa di Chopin, non uscì dalla cerehia dei rie-cheggiamenti. La Russia non ebbe fino a tutto il seicento parte alcuna nella storia musicale europea, e durante il secolo successivo non fu che una provincia dell’italianismo, scalo abituale di artisti e musicisti nostri, festeggiati dal pubblico e lautamente rimunerati da principi e sovrani, specie da Caterina II, entusiasta della nostra arte canora. Soltanto con Glinka la Russia si affacciò al mondo musicale con un proprio linguaggio nazionale, cominciando a trarre partito dalla ricca messe di canti popolari fioriti dall’anima della razza, da cui i maestri ulteriori, Rimsky-Korsakow, Cesare Cui, Balakirew, Borodine e, sopra tutti, Mussorgski e Strawinsky, dovevano ricavare abbondante materia d’ispirazioni nuove e imprevedute. In quanto alla Spagna, prima della sua recente rinascita musicale, iniziata da Pedrell e compiuta dai musicisti che teste abbiamo menzionato, essa contava già al suo attivo un secolo di alta e profonda musica religiosa, il cinquecento, che