L’opera in Germania 345 Nel medesimo tempo la musica aveva larga parte nelle rappresentazioni che si allestivano nelle scuole. In questi spettacoli, a cui gli umanisti e i pedagoghi tedeschi, come Johann Sturm di Strasburgo, recavano il loro personale contributo, si alternavano cori strofici alla maniera antica e pezzi di musica strumentale. Verso la fine del cinquecento si fece anche qualche tentativo per sostituire al latino la lingua tedesca, a cui Lutero, nella sua traduzione della Bibbia, aveva conferito per la prima volta dignità letteraria, stampandovi il suggello d’una potente personalità stilistica. Ma proprio allora la Germania si trovò presa nel vortice d’una crisi del gusto e della cultura, che mise in pericolo la sua integrità morale e intellettuale, e minacciò di alterare per sempre i caratteri e i significati della missione storica, che il futuro doveva irrecusabilmente serbarle. Mentre i poeti tedeschi vennero perdendo ogni contatto col popolo, ogni fecondo scambio di pensieri e di sentimenti con l’anima della nazione, i musicisti furono travolti dalla corrente dell’italianismo, incoraggiato e rimunerato dai principi, favorito dal consenso entusiastico di tutte le classi sociali. Nel 1619 lo stile recitativo dei fiorentini fu introdotto in Germania da Heinrich Schütz, nei suoi salmi a parecchi cori, composti sul modello dei grandi affreschi corali-strumentali di G. Gabrieli; e fu parimenti Schütz che nel 1627 diede la prima opera tedesca, una Dafne sul libretto di Rinuccini, già musicato dal Peri e tradotto da Martin Opitz, rappresentata a Torgau, in occasione delle nozze della principessa di Sassonia col Langravio di Hesse-Darmstadt ('). Schütz è il più grande musicista tedesco del seicento, e ben a ragione s’è potuto onorarlo col nobile appellativo di padre della musica tedesca. Ma la sua eccellenza si esplica nel campo della musica sacra, a cui appartiene tutto il resto della sua opera, che dovrà quindi essere studiata più oltre. Precursore diretto di G. S. Bach, egli tentò arginare la piena straripante dell'influsso italiano, infondendo nuovi spiriti (*) La partitura è perduta. Ma si può verosimilmente ritenere che >1 suo valore drammatico dovesse essere piuttosto scarso, poiché fu soltanto l’anno successivo che Schütz conobbe Monteverdi, dal quale ricevette la compiuta rivelazione delle specifiche qualità e caratteristiche richieste dal nuovo stile.