310 Miurica cameristica, orchestrale e relittiosa La deficienza di sonorità della tastiera clavicembalistica non fu la sola ragione che diede origine all’uso degli abbellimenti, sebbene questa deficienza contribuisse molto alla loro diffusione, segnatamente in Francia, dove lo spontaneo esplicarsi d’una caratteristica tendenza ambientale traeva naturalmente il compositore a coltivare il genere descrittivo, favorito altresì dalla teoria dell’imitazione, che informa tutta l’estetica francese dell’epoca, e dalla tendenza a incorporare nella fonnula ritmica uno stato d’animo, aiutato nel suo sorgere dal programma espresso dal titolo, atto a suscitare una determinata disposizione psicologica. < Quando il musi-« cista abbandonava la pura riproduzione di forme di danza « o di generi dotti per cantar«« nella libera espansione del-« l’anima sua, allora quell’elemento di moto e di vita, che « gli abbellimenti in sè racchiudono, si nlTacciava spontaneo c alla fantasia. Nei preludi e nelle danze ove i precetti d«'i < contrappunto imperavano coi rapidi passi fugati e le con- < tinue imitazioni, la povera risonanza di spinette e clavi-« cembali ero compensata dal rapido succedersi delle note, « onde, l'abbellimento, quando pure fosse adoperato, si n-« servava quale ac«*ssorio e fittizio riempitivo, estraneo al < tema e, fino a un certo punto, trascurabile. Ma quando « l’artista voleva rendere uno stato d'animo particolare; « quando lasciata da parte ogni forma di danza e ogni ab- < bollimento contrappuntistico, si sforzava di cantare, alloro « quella secchezza di suono, quella desolante povertà di vi- < brazione che tuttora si lamenta sui minori modelli del pia-« noforte, spezzava ad ogni istante la linea melodica, ne « rallentava per l’uditorio il legame logico intercedente tra i « singoli momenti costitutivi, ne sminuiva l’effetto » (*). D’Anglebert mira appunto ad ovviare a questa manchevolezza moltiplicando le fioriture ornamentali e precisandone il significato e il modo d’esecuzione. Alle forme tradizionali egli aggiunge trascrizioni di ouvertures e di danze tolte alle opere teatrali più in voga, e anche melodie d’origine popolare. 11 suo stile è ricamato di piccole imitazioni e si vale d’una lingua melodica, breve e senza sviluppi. Chiaro è ttit- (■) Viluki* L. A.: L'arte del Clarieemtmh; Torino, od. Boeri, 1901.