La Camerata fiorentina * Claudto Moniererdi 63 A qual ncpio egli apingeaae la cura minuziosa d'ogni dettaglio ri è provato altresì dalle arru.se degli avversari. Così l'Artuai, parlando generìeaniente dei rompo«!tori moderni, ma alludendo in modo |mJm> a Monteveredi, nota con molta acrimonia : « «mi (i musicisti moderni), hanno molta minor « rura di leggere e di commentare Boezio die d’infilzar«* * quelle M>lfc a modo loro, e d'insegnare ai cantori a cantare < le loro cantilene con delle contrazioni di tutto il corpo die « segue il movimento delle panile. Infine cani ai lasciano an-« ilare in modo rhe sembrano morire : e in ciò ò la perfe-« (ione «Iella lor musica ». Chiarezza del declamato, espnwaività della mimica, subordinazione della musica all’azione drammatica, sono tratti die scoprono in Monteverdi un artista della razza di Wagner. Molte altre analogie ri (wtwono «-ogliere fino nei dettagli «IcUWruzione. Se rileggiamo il racconto rbe Follino ci lui lasciato delle rappnwentazuMii mantovane alleatile da Monteverdi. |tumuuno illuderei di asaustrre al levami del alitarlo sulla prima scena ddl'Oro del Reno. Uopo che gl'invitati hanno preao patto, ai «là il segnale «idl'inizio con squilli di tromba. Al terzo squillo la tela scompare come per incanto e »1 scorgono tre nuvole « fatte con tanta arte che pamano naturali ». Al di sotto di ome le onde ai sollevano e ai stemlooo. I na testa di «lonna emerge improvvisamente; n*a ai leva e. mentre gli squilli ai estinguono, raggiunge la »(tonda di un indotto e, su l'accompagnamento ddl’orrhnttra, nascosta dietro la scena, canta una mdodia eoa! toccante che tutti « ne furono rapiti ». All'anno ddl'A nottua appartiene altroù il Hallo delle Imanie, che però Montevrrdi pubblicò soltanto nel 1638. Egli non conaidera mai la sua musica come destinata alla apparizione effimera d'una festa principesca. Anche il Lamento d* A nanna, pubblicato per la prima volta ndl’onginana forma di canto monodico, è da lui più volte nmaneg-giato; dapprima egli ne fa un adattamento a 5 voci che loaeruce nel VI libro dei madrigali (1614), poi, nel 1630, applica la musica del Lamento a un Pianto della Madonna, facendone un canto religioso. Altre romposizioni monlever-diane soburono metamorfosi analoghe e, fra eaae, parecchi madrigali, pubblicati in un primo tempo su poesie italiane, poi su testi latini. Ma questa tensione non mai allentata del *un spirito.