374 La musica strumentale e religiosa scambi di proposte e risposte fra le varie parti ond’è costituito, miranti a stabilire rapporti imprevisti fra i diversi segmenti del tema, che esplica per tal modo tutte le sue virtualità dinamiche e costruttive. La fuga non è che un canone più sviluppato e meno rigoroso. Una parte espone da principio il soggetto, poi una seconda parte lo ripete alla quinta (dove questa replica si chiama risposta), mentre la prima parte accompagna la seconda eseguendo un contrappunto detto controsoggetto. In seguito, viene la volta della terza parte che riprende il soggetto nel tono principale, e così di seguito finche tutte le parti si trovano in giuoco. La fuga dicesi reale se la risposta riproduce esattamente il soggetto nel tono della dominante, tonale se la risposta modifica il soggetto per orientare la modulazione. L’entrata di tutte le voci si chiama esposizione, e può ripetersi più volte variando l’ordine delle entrate, ponendo, per esempio, la risposta prima del soggetto, ciò che dicesi contro-esposizione. Seguono i divertimenti o sviluppi, costruiti con frammenti, variamente combinati, del tema, che di quando in quando riappare integralmente in diverse tonalità, talvolta modificato nella sua struttura, quando con l’aumento (aggravamento), quando con la diminuzione dei suoi valori ritmici. Si giunge così ad una apparizione del tema alla dominante del tono principale, donde la fuga s’incammina alla perorazione conclusiva attraverso lo stretto, o ritorno in ordine serrato di tutti gli elementi essenziali della composizione. La conclusione è di solito preceduta da un pedale o nota persistente, su cui si effettuano diversi passaggi tonali che portano a una cadenza finale. Nel dettaglio la fuga comporta una infinità di variazioni. Essa è generalmente preceduta da un preludio di stile libero, e rappresenta lo sforzo dell’intelligenza per costruire una composizione musicale col minor numero possibile di elementi, sì da raggiungere il massimo di complessità col minimo di fattori componenti. Lo scoglio di questo genere di composizione sono la pedanteria e l’ostentazione d’una sapienza tecnica priva d’ispirazione; il suo maggior pregio sta nella conciliazione della regola con la libertà dell’invenzione, del rigore tecnico e architettonico con l’imprevedibilità del dettaglio fantasioso. La fuga è la composizione organistica per eccellenza, quella che meglio si adatta ad innalzare i vasti edifici polifonici richiesti dalle proprietà e dalle caratteristiche d’uno