I precedenti dell'opera francete 257 congedo, potè finalmente recarsi in Provenza, accolto festosamente dal cardinale Antonio Barberini che s’era stabilito presso Lione. Nel 1653 i Barberini e i Panfili posero, con un legame matrimoniale tra le loro famiglie, il suggello alla pace, e da quel momento il cardinale Antonio ridivenne il potente mecenate ch’era stato qualche anno innanzi. Ma Luigi Rossi non potò godere delle risorte fortune del suo protettore. Egli morì il 20 febbraio 1653. Il 3 febbraio dello stesso anno Mazzarino era rientrato in Parigi. La Fronda era vinta; i faziosi debellati; i principi ribelli, in esilio o in carcere. Si poteva ormai divertirsi in pace. Il Ballet de la nuit, allestito da Torelli per ordine del cardinale, non dovette costare meno dell’Orfeo; ma questa volta nessuno osò protestare. Del resto, non si trattava piò d’uno spettacolo straniero, ma d’un divertimento nazionale, radicato per lunga tradizione nelle consuetudini del teatro francese, e conveniva chiudere gli occhi sulla spesa. Il successo fu immenso. Si sarebbe detto veramente che il melodramma, spogliato dalle frondosità di tutti quegli elementi decorativi che per la maggioranza del pubblico costituivano la più grande attrattiva, non dovesse più riapparire in Francia. Ma nell’intimo del suo cuore Mazzarino restava fedele allo spettacolo della sua giovinezza, e anche la Regina, checché se ne mormorasse, aveva conservato un piacevole ricordo dell’Orfeo. Desiderando il ritomo in Francia dell'abate Boti, Mazzarino pregò il cardinale Barberini di lasciarlo partire, assicurandolo che tale era pure il desiderio del Re. Nel frattempo Buti non era rimasto inattivo, e si era assiduamente dedicato a scrivere la trama poetica d’un ballo : PeUo e Teli, rimettendolo al compositore Carlo Caproli, detto Cario del violino, a) servizio del principe Ludovixio, nipote d’inno-renio X e uno dei capi della fazione spagnola. I«a rappresentazione avvenne a Parigi neH'aprile del 1654. Il soccckso fu tale da consolare il Mazzarino delle censure mense all’Or-feo e da indurlo a perpetuare il ricordo deU’awenimento facendo stampare, non solo la trama poetica del balletto, ma anche una minuziosa descrizione dello spettacolo, illustrata da incisioni riproducenti le decorazioni e le macchine, e dedicata al conte di Saint-Aignan, primo gentiluomo della camera reale, il quale aveva preso una parte molto attiva ai preparativi dello spettacolo. 17. — Cipri.