Ilo Diffusione t tnuformationt del melodramma «diviene nn mondo di eroi; eroismi sovrapposti ad eroismi, « nn intrecciarsi di numi, di re, di redine, di cortigiani, di « capitani. Il despota ne è l'amore che rende possibile il «dramma. Non c’è dei persona#!?! uno che non ami; e gelo-« sie, furberie di rivali, dichiarazioni, travestimenti, imenei « formano l'azione di tutti quei melodrammi. Non si peana che «a fan* all’amore. K fosse almeno umano quest'amore: in-« vece no; «mi è una formula stecchita, una slavatura di « sentimento, nn giochetto di frasi, di parolette scelte e « sonanti, una serie di ghirigori e di ondeggiamenti retorici, « di alterchi e di tintinni sillogistici » ('). « Questo chimerico amore, romantico e platonico, belante t lascivia», diceva Gian-Vincenzo Gravina, « ha espulsa dai « nostri teatri la varietà. Poiché dandosi luogo solo a questo, « rimano abbandonata ogni espressione di altro costume e « di altra passione, comparendo solo in scena una schiera « di paladini, che riscaldano l’aria eoi sospiri ed ascondono « il sole col lam|>o delle loro spade, ed alla presenza delle « loro signore allagano il teatro ed assordano gli settatori « con lo strepito delle loro catene che si tiran dietro per « entro la carcere; donde poi vengono contro ogni speranza « loro e contro ogni ragionevole opinione altrui condotti a « un felice sponsalurio, nel quale ogni nodo delle presenti « tragedie e commedie si risolve ». Perciò le situazioni di tutu quei drammi si riducono a luoghi comuni. L’eroe e l'eroina destinati ad amarsi ai vedono, e l’ano di essi dà in una sbalorditiva esclamazione: 0 portemlivo il faio! Matliphealo è il noie! 0 rh'in non WS più nume.' At pmHtgi Hi tace io perdo il Immrl Cosi dice Giove in persona al vedere la protagonista della favola Khrr. Poi si dichiarano reciprocamente la loro pamooe; e lo stesso Giove sari capace di esclamare : (•) Miiiiiu s« rkiiixo: Mona Loowfa MTUpm «»/• id«ML ««tu. Palermo, £«««irxm. 1016.