L» origini del mrJndramma 3 rione ddl'antichità cho ri è offrrtn dal limbo dantesco, ovo il Port* si circonfondc s|K>nt«nc.an»entc doU’aureola (•ninnante dall«1 opere di bellezza e di pensiero dn essa tramandate, facendosi accogliere quale fratello da Omero, Virgilio, Ovidio, Lucano ed Orazio : « sì rh’io fui sesto fra cotanto senno ». Ed è Dante stesso che, dopo aver cercato la consacrazione dei maggiori »ponenti della poesia classica e pagana, si fa coronare poeta da S. Pietro, mostrando per tal modo che, nella sua coscienza non esisteva un distacco assoluto, una inconciliabilità radicale fra il mondo antico c il nuovo ordine di valori morali e spirituali instaurati dal cristianesimo, così che tutti i simboli e tutte le dottrine espresse dalle due opposte concezioni potevano armonizzarsi e fonderai alla luce unificatrice dell'eterna poesia. Col Petrarca la visione umanistica si allarga, investe tutta la vita. Essa non è più soltanto culturale, ma è stato d'animo intimamente esplorato, ricco di risonanze e di sfumature. Il poeta di Inaura vive in intima corrìs|M>ndcnza spirituale con idi scrittori antichi, come fossero suoi contornilo ranci. s'intrattiene con essi in lunghi colloqui, indirizza Ioni epistole come a portone vive, li fa partecipi di ogni atto importante della sua vita, e muore reclinando il capo sul volume del suo poeta prediletto: Virgilio. In lui la fedi* nella virtù formatrice dei dannici va congiunta alIVmsequio costantemente tributato aH’universaliUi dd cattoiicismo romano; e questo tratto ai perpetua nd quattrocento, quando la |ia.ssione per l'antichità desta un fervore di ricerche e di esplorazioni che il Carducci definiva una grande crociata della riviltà. Inoltrandoci nel Hi nascimento, vediamo tramontare gli ideali e i sistemi politici dd medioevo. Non si |>on*a più alla monarchia universale, e tanto meno al protettorato germanico invocato da Dante. Anche il sentimento vivissimo della libertà comunale ai affievolisce fino a spegnersi interamente. U nuova realtà storica è lo stato fondato dal condottiero e governato dal tiranno; signore che non tarda a divenire principe. Il | io polo non ha più alcun |ie*o sulla bilancia ddla cosa pubblica, è livellato dal giogo dei dominatori che non ne fanno alcun conto come dasne sociale; e questo accade anche ndla repubblica veneta, dove invece di uno là ha una