La Camrrata fiorentina » Claudio Monte verdi A7 Wagner. Malgrado la predilezione «lei Duca per la musi«», il suo gusto artistico era troppo eclettico perchè potesse limitarti a un nolo dominio del bello; o, forse più verosimilmente, il Poca Vincenzo non comprese appieno la grandezza «li Monteverdi e non seppe prevedere che la posterità gli avrebbe chiesto minuziosamente conto della sua condotta verno il cantore di Orfeo e di Arianna. Certo si è che da una lettera di Monteverdi del 27 ottobre 1604 cominciano quelle recriminazioni per i pagamenti mancati o ritardati o, comunque. irregolari che il musicista cremonese non cesserà per tutta la vita d’indirizzare alla tesoreria di Mantova, dapprima — fino che rimane al servizio del Duca — per la riscossione del suo stipendio poi, quando si trasferisce a Venezia, per la pensione e per i vari compensi che gli sono dovuti. Mei 1587 Monteverdi pubblica il primo libro di madrigali (primo integralmente conservato); nel 1500 il necondo e nei 1592 il terzo; opere elie valsero a metterlo molto in vista. Del terzo libro apparvero successivamente a Venezia otto edizioni, dal 1504 al 1622, e se ne fece un'edizione ad Anversa nel 1615. Ognuna di tali ristampe reca l’impronta di ritocehì e rimaneggiamenti che dimostrano come la sua ispirazione non s’appagasse del primo getto, ma venisse da Ini continuamente modificala ed affinata con vigile ansia di perfezione In mezzo alle sue molteplici occupazioni, Monteverdi conobbe le gioie dell'amore che gli furono rivelate da una giovane cantatrice mantovana, come lui al servizio della Corte ducale, Claudia Cattaneo, figlia d'un suonatore di viola. Il matrimonio fu probabilmente celebrato nel 1505, sebbene i registri parrocchiali di Mantova non ne rechino traccia. Sappiamo soltanto che il Duca Vincenzo acconsenti alle nozze. che furono allietate dalla nascita di due Agli : Francesco (1600) e Massimiliano (1605), ai quali Monteverdi prodigò costantemente le più tenere cure. Il dolore provato per la fine immatura di Claudia d autorizza a credere cb’twna avesse pienamente roro preso il genio del marito e lo circondasse di quell'atmosfera fatta di appaasionata dedizione e d’entusiastico consentimento, da cui la creazione artistica trae l'incitamento più efficace e più fecondo. Ma le grandi felicità sono mute come i grandi doton; ed è appunto perchè Mou-