L'opera in Inghilterra 445 Nel 1711 il Rinaldo di Haendel, rappresentato a Londra all’Haymarket Theatre, ottenne un clamoroso successo. La vendita della partitura che il maestro sassone, nuovo al pubblico londinese, aveva ceduto senza riservarsi alcun diritto, fruttò una somma cospicua all’editore, al quale Haendel diceva celiando : « Caro signore ! Un’altra volta voi scriverete l’opera, ed io la stamperò ». Haendel proveniva dall’Italia dove si era impregnato per ogni fibra dell’aroma emanante dal soffio dell’italica melodia, e fu subito considerato dal pubblico inglese come un campione della più schietta italianità. L’anno 1720 segna il trionfo definitivo dell’arte straniera, consacrato dalla creazione di un’accademia d’opera italiana. Le tumultuose vicende che travagliarono le imprese teatrali di Haendel, piene di lotte, di contrasti, di sconfitte e di riscosse inattese, furono tutta una campagna condotta in favore dell’italianismo, da coloro che non si rassegnavano a rinunciare alle ultime velleità di un’arte nazionale. Haendel fu al tempo stesso il direttore, il fornitore, l’impresario e la vittima del suo teatro, ch’egli perseverò a sostenere con tenacia incrollabile. Mentre egli attendeva a un incessante lavoro di creazione, onde rinnovare di continuo il repertorio operistico, faceva altresì frequenti viaggi in Germania e al di là delle Alpi per reclutarvi i più reputati virtuosi italiani. Così nel 1720 fece venire da Dresda il celebre castrato Senesino (nato a Siena nel 1680); scritturò la Durastanti, la Cuzzoni (ch’egli minacciò di gettare dalla finestra una volta ch’ella si rifiutò di eseguire un’aria com’era scritta), Faustina Bordoni, moglie dell’Hasse, e Anna Strada, che gli restò fedele collaboratrice negli anni della sventura. Tutti gli artisti invitati da Haendel a portare il loro contributo al suo teatro, erano italiani. Miss Robinson non fu che una pallida figura d’eccezione. Sia per gusto personale, sia per passione del successo, sia per la stessa inflessibilità della sua ferrea tempra, Haendel s’impegnò con tutte le sue forze contro gli avversari della tendenza ch’egli rappresentava, ch’erano numerosi e potentemente organizzati. Essi si fecero paladini dell’arte nazionale, senza tuttavia raggiungere alcun risultato veramente notevole. L’opposizione si manifestò sotto due forme. La prima è quella dell’opera-balletto, dove il più largo posto è tenuto da arie di carattere popolare. Di tal genere fu il Begar’s