confine, noi saremmo in grado di rifare le nostre sorti. Padroni dell'Adria invero, noi di là ricon­durremmo al campo e sui fianchi del nemico le nuove schiere, le munizioni e provvigioni nostre, e verremmo a tagliargli le vie dei rinforzi, a stac­carlo dalle basi della Carniola e Croazia. E tutto ciò senza rischio, perocchè negli ultimi casi è sempre da Pola che riporteremo in seconda linea, dietro il Po e sull'Appennino, le nostre divisioni dell 'Istria ». • Vedremo prossimamente come a queste voci istriane s'integrassero e s'accordassero, sin dal 1866, le voci dei Fiumani e dei Dalmati di Zara, di Sebenico, di Spalato, di Ragusa e delle innu­merevoli isole che compongono l'Arcipelago. Il problema dell'Adriatico, reso più grave e più do­lor,080 dalle moderne insidie che minacciano la nostra costa e la nostra Rotta, ei apparirà cosl prente ad. ogni tempo e ad ogni vicenda del­l'Italia nostra. E può darsi che da quta docu­mentata constatcu:ione venga a ratforr:arsi nell'ani­ma della Nar:ione il sentimento del dovere eh 'esso c'impone: di risolverlo, cioè, or che l'ora e giunta in tutta la sua vaata ,mole, perchè le fOrEe della flatria,n.n ,iù insidiate dall'eterne nemice, iMS­.ano inir:iare una trienfal. l'I'I.areia verse le vi. del Mediterllane. latine.