li# ¡Hfftunont t. lra*/ormtuimu> del melodramma stme vnnnnti j«-r tuttn la prima metà del settecento, fino a Oluck e a Mozart. li» produzione di Scarlatti comprende circa 125 opere e 000 cantate, oratòri, messe, pezzi clavicembalistici, concerti |M»r diversi strumenti ed opere teoriche. Noti v’è grande biblioteca europea che non sia abbondantemente fornita di opere scarlattiane. Nato verso il 1659 a Trapani, il suo nome ••ombra essere però d’origine toscana. Egli non si stabilì a Nn|x)li che dopo essersi artisticamente formato a Roma, o forse anche nell'Italia del nord. Comunque, i suoi primi modelli furono Carissimi, Cavalli, Cesti, Legrenzi e, segnatamente, Stradella ('). Quando Scarlatti apparve nel mondo musicale romano, fervevano le diatribe fra il Papa Innocenzo XI, che combatteva aspramente gli spettacoli d’o|>em, e i zelanti sostenitori di questa forma d’arte e di trattenimento mondano fra i quali, come già »’è avuto occasione di accennare, stava in prima linea Cristina di Svezia. Scarlatti seppe entrare nelle grazie dell’ex regina svedese e divenne il suo maestro di cappella. Nel 1684 egli lasciò Roma e si trasferì a Napoli dove riuscì a farsi nominare maestro della cappella reale (*). In questo stesso attuo Scarlatti si sposò con una najmlctana e ne ebbe parecchi tìgli, il primo dei quali, nato il 26 ottohrc 1685 fu Domenico, il futuro prìncipe «lei claviccmbalisti italiani. Da quel momento Scarlatti cominciò a produrre una o due opere aU'anno, che venivano regolarmente rappresentate al Teatro Reale o al 8. Bartolomeo. Egli componeva altresì opere per i teatri romani e serenate e cantate per le sale deU'arìstocrazia napoletana, della quale era il musicista prediletto. Si trattava in complesso •i tili pubblico mediocre, indifferente all'arte e giudice grossolano. Scarlatti ne fu scoraggiato, e talvolta cedette per inenua al cattivo gusto dominante, cori che le ultime opere t'I U pria» malato di SurUlli tanno pubblicai* la racroiu col bui«« in c*ì w franco rotapoaitioai di 8trad*Ua • d'altri maaairi