I>tffu*\onr » Irtu/unnaziont dri mrlotlrummn Se non è esatta l'asserzione del Kolland che Andrea Pe-trueci abbia dato con la Stellidaura (1670), a coi appose la mastica il Provengale, il primo libretto napoletano (chè, come abbiamo indicato, nitri lo precedettero), certo è però che il Petrucci (1651-1704), dottore in diritto canonico, membro di parecchie accademie e autore d’un poema in dialetto napoletano: Aynano Zejfonalo (1678), Ila una certa importanza nella storia degli esordi del teatro musicnle di Napoli, sia |K>rchò hì associa il primo musicista napoletano veramente notevole, sia perchè cren un modello librettistico subito imitato da altri, Francesco Maria Paglia, Silvio Stampiglia, ecc., che diedero all’opera partenopea saggi curiosi, ove l’enfasi s’accoppia alla naturalezza, la stravaganza alla novità. Più ancora die a Venezia, la comicità popolare «’insinua nel melodramma napoletano e i personaggi lepidi e buffoneschi, provenienti dalla commedia dell’arte, invadono la scena. Questo elemento comico, che la fantasia del popolo insapora di piccanti droghe vernacole e parodistiche, diverrà nell’opera buffa del settecento il mezzo più efficace di caratterizzazione folkloristica, pollandola di vivaci macchiette e avvivandola con pittoresche coloritore ambientali. La biografia di Francesco Provenzale (Napoli, verso il 1610-1704, ivi) è oscura e piena di varianti e d'incertezze che xli storici della musica sono ben lungi dall'aver d»scriminato e lumeggiato. Pare ch’egli abbia insegnato nel Conservatorio della Pietà dei Turchini dal 1673 al 1701, e che nel 1686 aia »ureeduto a Oiovan-Cesare Netti quale maestro della cappella del tesoro, dove rimase fino al 1699. Il Kiemann assevera che verso il 1680 era secondo maestro della cappella reale e che nel Conservatorio della Pietà ebbe fra i suoi allievi Nicola OmMrralori «. pria» fr» uttl la qarilo di Lorato. dar* ari lise fa data aa dramma wn. lì JU* rwmpim *rr*r* a B. CaMaaa. apcra dramma:*?* la ma*ka di OttruFlanmci dri Gai -•|-1in- d*Uo Ap*. Mordo«* da rklartei rxvlari. |arrwi della nadra di Dia. driW Kraal* pi*: Sapatt. Otiti« 1W6; • ahr* cH* a) davano in ptlaal privali. Aarfc. la prmiacia «I lm»o Uarro dri teatro mukik roto* ari l*S3 ia Caaaua. il picroio tariodranuaa Or/** di Caria D A^atae, rap-pnamlalo aita bm«Uo: « arala ra«iaa* alla aranrna drii* nd dri hraco ». — Vedi Bminm) Caoca: I Ttal ri H Sfati dal ffiM*rW»(* ab jia# d*< orili XVHi Rari. Interra. IMA