11M l.a munita Mrumtntalt in Italia chiana e d’un (fusto più eclettico e cosmopolita, sebbene meno ricco di linfe creatrici e meno intensamente meditativo, kì abbeverò copiosamente alle sorgenti dell’arte italiana, non solo operistica, ma anche strumentale. L’Italia s’aequista così un titolo di gloria ben degno di essere illustrato e rivendicato; e se nell’ottocento la vitalità della nostra musica strumentale sembrerà estinguersi e lanciare un predominio assoluto ed esclusivo al melodramma, alla fine di quel secolo essa comincerà a dar segni di risveglio, e dopo aver camminato per qualche tempo nei sentieri aperti dal sintonismo classico e dal romanticismo musicale tedesco, con Giuseppe Martucci, Giovanni Sgambati e Marco Knrico Bossi, si aprirà vie proprie e, fatta consapevole del suo passato, realizzerà con un gruppo di sinfonisti, tra i quali primeggia quell’orchestratore mirabile e quello squisito colorista die è Ottorino lies pigili, alcune conquiste di valore e di signiflcato non perituri; conquiste che le hanno in parte ridonato l’occellenr.a ch’ossa ebbe nei due secoli del suo mas-»imo sviluppo e della sua più rigogliosa fioritura.