O. B. Ludi e lo sviluppo ulteriore iJeWopera 2R3 tra i generi letterari, e non rinuncia a ricollegarsi idealmente all'arte drammatica degli antichi greci, seguendo l'esempio degli umanisti fiorentini. Il libretto d’opera viene considerato un componimento poetico che deve avere in sè il suo valore e potere anche, all'occasione, essere rappresentato indipendentemente dalla musica. Se si deve credere a una testimonianza dell’epoca : c una bell’opera senza musica non piace meno d’una persona avvenente senza belletto » (l). Il settecento riabilitò Qui-nault molto meno per le sue tragedie e commedie che per le sue opere. Voltaire, con un entusiasmo che ci appare oggi eccessivo, non esita a porre l’autore à'Aty» e d’Armide accanto a Comeille, Racine e Molière. D’Alembert assicura che si recitavano a memoria certe scene corali del librettista famoso (*). Alla fine del secolo XVIII Laharj>e, parlando nel •¿uo Court de littérature di Lulli e del suo librettista, afferma ancora : « l’uno non è più cantato, e l’altro è sempre letto ». Ma se l'opera è considerata una tragedia, destinata secondo la fonnula tradizionale a suscitare il terrore e la pietà, si tratta però sempre d’una tragedia che deve rispondere alla convenzione specialissima, richiesta dalla sua adattabilità al linguaggio musicale. Una prima differenza sta nella necessità che il libretto d’opera sia molto più breve della tragedia destinata alla recitazione, sebbene esso contenga in più il prologo, esorbitante dall’azione. Questa esigenza è naturalmente imposta dalla relativa lentezza della declamazione musicale, dovuta alle inevitabili ripetizioni, oltre che dal tempo serbato ai pezzi puramente strumentali. Il libretto d’opera ha dunque molto minor campo del (>oema drammatico per descrivere la progressione e le sfumature dei sentimenti, e deve € schizzare piuttosto che dipingere, e indicare i movimenti dell'animo piuttosto che esprimerli » (*). La Motte, che ha coltivati entrambi i generi, considera le opere come « tragedie monche, ove di solito la galanteria soffoca la grandezza » (*). (*) Le Bit-*: Bépmaa A nu ipUrt saliriqve evnlrt Varerà. la principio *1 no cTMl» liriqn« ». 1712. (*) De la UbarU da la mvaifue. (•) MAUiOXTn.: BUmanta ia muratura ; ut t Op*r» ». (*) Premiar éàamra tur la tragèdie