436 L’opera in Inghilterra compagnati dall’orchestra, alcune strofe in cui la serena e conciliante saggezza del poeta viene contrapposta all’esclusivismo angusto e pedantesco del filosofo e dei suoi seguaci. Succedono altri brani declamati, in cui un parigino e un londinese intessono l’apologia delle due capitali. Ogni monologo è preceduto da una breve introduzione musicale destinata ad ambientare l’interlocutore, caratterizzandone la nazionalità col richiamo di qualche melodia popolare. I musicisti che portarono il loro contributo a quest’opera di circostanza furono : Henry Lawes, compositore che aveva già collaborato a parecchi masks, come il Comus di Milton, il Coelum Britanicwm (1634); Colman dottore in musica al-l’Università di Cambridge; G. Hudson ed Enrico Cooke (1610l?-1672), chiamato comunemente il capitano Cooke per il grado di capitano da lui raggiunto nell’armata reale al tempo della guerra civile, temperamento fervido e appassionato d’apostolo e di educatore, che esercitò un’azione efficacissima con l’insegnamento, ed ebbe fra i suoi allievi Henry Purcell. Questo bizzarro tentativo doveva, secondo le parole di William Davenant : « additare il diritto sentiero che conduce ai Campi Elisi dell’opera ». Ma l’intento palese, sebbene non confessato, che gli autori si proponevano nel presentare all’opinione pubblica quest’opera singolare, era di sondare le disposizioni dei capi della Commonwealth. Il successo fu grande; e, ciò che più importava a Davenant e ai suoi collaboratori, non sollevò alcuna protesta da parte delle autorità puritane. È curioso come i puritani, che scagliavano l’anatema contro la polifonia sacra e demolivano gli organi, accogliessero poi senza ribellione le facili melodie e le danze superficiali che i compositori scrivevano per il teatro. Torse bisogna vedere in ciò un effetto del rapido mutare del gusto e dell’orientamento musicale, che si straniava sempre più dalle ampie costruzioni polifoniche predilette dal secolo XVI, sintesi architettoniche di linee, ordinate in chiara euritmia di forma, sebbene in Inghilterra si tardasse più che altrove a ripudiarle interamente. Incoraggiato dall’esito felice del suo primo tentativo, il librettista Davenant s’indusse a perseverare nell’intento di dar vita a un teatro musicale inglese; e a questo proposito si dovettero i libretti da lui successivamente offerti ai compo-