Prefanone XIII L'immagine ch'io ho inteso tracciare della vita musicale italiana del seicento vorrebbe contribuire a modificare alquanto il giudizio convenzionale che di solito si ripete meccanicamente su questo secolo, sema esaminare tutti gli aspetti della tua complessa spiritualità. Da questa revisione dovrebbe risultare evidente che anche quest’epoca della nostra storia ebbe le sue grandi figure, » suoi archetipi d’umanità, quegli assertori d’ideali e rivelatori di bellezza che Tommaso Car-lyle chiamava eroi. Tali appunto sono Monteverdi, Frescobaldi, Carissimi, Carelli; e dai tesori d’anima e di spiritualità racchiusi nelle loro opere, irradia ancora una inestinguibile luce, gloriosa testimoniamo di quanto poteva in quel secolo la cosciema del popolo italiano. Naturalmente, non tutti i musicisti italiani del seicento assursero fino a quel segno. Accanto ai ceri artisti vi fu, come sempre, la fitta schiera dei lavoranti; accanto ai costruttori vi furono gli zappatori, che tuttavia non possono venire del tutto trascurati nella ricostruzione storica sema che si smarrisca il filo conduttore della sua continuità ideale, il tessuto connettivo della sua perennità, quel graduale affinamento e addestramento degli ingegni e delle facoltà, che prepara gli strumenti e accumula i materiali necessari alla nascita del capolavoro. Ed i appunto per ciò che concerne la parte analitica di questo lavoro, che sento di dover prevenire un 'obbiezione che potrebbe essermi mossa da coloro i quali credono che, nella storia musicale, il tempo della sintesi e del compendio definitivo sia ancora lontano, e che per molto ancora «t debba attendere al dissodamento del terreno merci l'investigazione di particolari e la trattazione di questioni singole. Al che riesce facile rispondere che i fatti matematicamente accertabili sono relativamente pochi, e che le conclusioni sui problemi particolari si spostano insieme eoi piano generale della cultura. Si può inoltre osservare che ogni storia, che sia veramente tale, non spiega che un aspetto del reale ed ha in si la sua perfezione e la sua immutabilità, che il progresso degli studi non supera, sebbene ferolunonc della civiltà la circuisca con l'ansia di nuovi problemi, con lo stimolo di nuovi interessi e di nuore domande, ne ricerchi altri modi e altre possibilità, ne venga spostando le luci, rivelando nuovi aspetti, nel graduale mutamento e approfondimento della co-