Coel, nel 1866, quando la Nazione .i levò in armi contro l'lmpero Auatriaco per la libertà del­l'Alpi e dell'Adriatico, la Città a cui una ingiu­ata leggenda attribuiace l'amore della mollezza, diventò il porto militare della Patria. Grandioeo opere vi furono alzate: un immCMO . coi auoi ecali, i auoi bacini, le sue banclUue e'affaccil> aulle chiuae rive del Mar Piccolo: allarpto fu uno dei caueli navigabili che a.l*ciano queato mare al Mar Grande: e aovr'eaao, per CODtJÌun­gere la città vec:chia ai nuovi, arioei quartieri CC>­.truiti aulla terra ferma, intorno alla Cittadella diMl'JData, fu lanciato uno ayelto ponte aUe2ole, che docilmente ai apre al pauasgio dei grandi incrociatori veatiti di lucente acciaio, Sventuratamente i trlati reaultati di quella guerra in cui la Germania conaumò il primo ifa­dimento a nostro danno, e apecialmente l'epilOio incerto della battaglia di Li ... ove fu battuto lo acarao animo dei noatri uomini d'allora, vietando all'Italia con l'acquiato dell'Adriatico il predo­minio nel Mediterraneo orientale, negarono a Taranto il auo giuato rigoglio. Contro le necea­.itA più vitali della marina .i levarono d'un tratto oatilità e rancori, le impreae iniziate furon la­aciate in abbandono: e d'altra parte, il trattato della Triplice Alleanza mettendoci contro alla Francia c'imponeva di volgere tutte le noetre cure al triangolo atrategico del Tmeno, obbli­gandoci anche per queationi economiche a tra­acurare ogni altro pericolo, ed ogni altro mare. In tal guiaa, per lunghi e penoai anni, la Cittl jonica .i traacinò in una reau.rrezione atentata, -103 ­