148 La munita tlrumtntale in llaiia ricomponendosi urlio più diverso guise, con aspetti e figurazioni, con atteggiamenti e aggruppamenti sempre rinnovati, labili e mutabili. Sotto questo rispetto, il formarsi d'una tecnica prettamente clavicembalistica, non sarebbe concepibile senza la precedente fioritura del liuto, di cui il clavicembalo è il successore e l’erede legittimo. Importato in Europa dagli arabi attraverso la Spagna, il liuto occupò fino a tutto il cinquecento il posto che oggi è tenuto dal pianoforte; era lo strumento che accompagnava i canti e le serenate d’amore, e per il quale si riduce vano i madrigali degli autori più in voga; lo strumento che dame e gentiluomini si compiacevano di suonare per diletto e d’associare ai piaceri, ai balli, ai conviti, ai lieti conversari, agli osi deliziosi della loro società, agli accenti galanti e sospirosi della lirica petrareheggiante; lo strumento che meglio d’ogni altro s'intonava all’atmosfera galante e frivola, elegante e superficiale delle società aristocratiche del Rinascimento. Si comprende agevolmente corno uno strumento così diffuso non dovessi» tardare a crearsi una propria letteratura, contrassegnata da ojiratteri inconfondibili. Questa letteratura, abbondantissima in tatti i paesi, e specialmente in Francia, rappresenta una delle prime pratiche d'esecuzione individuale che si sostituisce adì’esecuzione collettiva; e, anche in Italia, non è piccolo il contributo ch’casa reca allo sviluppo delle forme della composizione strumentale. La letteratura liuiistira italiana cinquecentesca è ricca di forti ed eleganti composizioni. Numerosi artisti, riccamente dotati, ri prodigano tesori d’invenzione geniale, stimolati dall’ambizione di veder riunita la mirabile architettar* del complesso polifonico in uno strumento facilmente maneggevole e praticabile mediante l'abilità d'un solo esecutore; e sebbene tra gli strumenti che a ciò ai prestavano l'organo restasse il più complesso ed autorevole, pure la sua pesantezza ingombrante e la sua mancanza di leggiadria concorsero alla roga del liuto, che solo il clavicembalo doveva soppiantare, per nwerc a sua volta messo in disuso dal pianoforte; e la composizione cameristica, elegante, leggiadramente intarsiata e ricamata, melodica, ricca di svolgimenti, fiorita d’ornamenti e di passaggi, di abbellimenti e di diminuzioni, nutrita di contrappunti che le danno una salda e